Alimenti e integratori proteici, è boom in Italia e nel mondo

Nel 2022, secondo l’osservatorio Immagino di Gs1 Italy, nei supermercati sono stati venduti prodotti per 1,27 miliardi

Alimenti proteici: boom di vendite

Alimenti proteici: boom di vendite

All’inizio c’erano solo le barrette, poi gli scaffali di supermercati, ipermercati, farmacie e negozi specializzati si sono riempiti di ogni genere di prodotto, purché nella sua versione proteica: dal pane alla pasta, dal gelato allo yogurt, dai budini ai pancake, fino alle patatine fritte. Da qualche anno, il giro d’affari di tutti i cibi che riportano in etichetta l’aggettivo ‘proteico’ cresce in maniera esponenziale, in Italia e non solo: secondo l’osservatorio Immagino di Gs1 Italy, giunto alla dodicesima edizione e riferito al 2022, i 2.688 prodotti ricchi di proteine individuati nei supermercati hanno registrato vendite pari a 1,27 miliardi di euro (+8,4% rispetto all’anno precedente). Tra le categorie chiave spiccano i dessert freschi, gli alimenti per sportivi, i piatti pronti vegetali e gli affettati. E sono circa 7,5 milioni le famiglie italiane che hanno acquistato, nell’anno preso in esame, prodotti proteici. Ma cosa determina il successo planetario di questo genere di alimenti, nonché degli integratori proteici? Sicuramente la percezione, potenziata dal marketing alimentare, che le proteine siano ‘dietetiche’, dunque sarebbe lecito ingerirne in abbondanza senza ingrassare. Non solo: i cibi proteici sono frequentemente associati a un’idea di benessere, al miglioramento delle proprie performance sportive e, più in generale, fisiche e cognitive. Convinzioni rinfocolate dal marketing, ma per lo più errate e prive di fondamento scientifico.

Proteine: un business 'ipertrofico'

Lo chiamano ‘il mondo del rich-in’ e comprende un insieme di prodotti che presentano, in etichetta o sul packaging, una serie piuttosto ampia di claim, accomunati dalla presenza - in assoluto o in misura maggiore - di qualcosa. Ritroviamo in quest’aggregato, per esempio, ‘con vitamine’, ‘ricco di fibre’, ‘con Omega 3’, ‘ricco di ferro’ e ‘fonte di calcio’. Il giro d’affari realizzato, in super e ipermercati, dai circa 10mila prodotti che vantano in etichetta un riferimento al proprio apporto di nutrienti (dalle fibre ai fermenti lattici), è cresciuto, nell’ultimo anno, del 3%. Fra questi, l’incremento più importante è proprio quello delle proteine, trainato dal maggior consumo di alimenti per sportivi. Se, nel 2021, il centro studi Integratori & salute quantificava, solo in Italia, un fatturato di 4 miliardi di euro per integratori e alimenti proteici, la previsione aumenta a 5 miliardi di euro entro il 2025. A livello globale, il fatturato dovrebbe superare i 240 miliardi di dollari entro il 2027.

Proteine e dieta

Nel nostro Paese ci sarebbero attualmente 10 milioni e mezzo di persone a dieta, ovvero il 29% della popolazione tra 15 e 64 anni: di queste, il 7% segue un regime alimentare ‘no carb’ o ‘low carb’ (del tutto privo, o a ridotto contenuto, di carboidrati). L'8% si attiene, invece, a una dieta iperproteica, ovvero caratterizzata dall’aumento straordinario di proteine e, in misura meno rilevante, di grassi, a scapito dei carboidrati (dati Fondazione Valter Longo-Università Cattolica). In entrambe le diete considerate, sale il consumo di cibi ad alto contenuto proteico, come barrette sostitutive del pasto, bibite e preparati proteici. Nati per far fronte alle richieste di chi frequenta le palestre e intende migliorare performance e massa muscolare, i prodotti arricchiti di proteine sono così usciti da sale pesi e siti specializzati, per diffondersi sempre più anche nei normali supermercati.

Occhio all'etichetta

Per rendere più gustosi e appetibili gli alimenti a base di proteine (mediamente più costosi degli equivalenti ‘non arricchiti’), nonché per donare loro una consistenza assimilabile a quella dei prodotti ‘classici’ (pensiamo alle bevande di soja o agli yogurt vegetali), è necessario aggiungere svariate molecole chimiche, dagli additivi agli edulcoranti, fino ad addensanti, aromi e regolatori di acidità. Per questa ragione, il risultato finale si allontana molto da ciò che possiamo considerare ‘naturale’ e benefico per la nostra salute. I prodotti arricchiti in proteine, in definitiva, hanno senso solo se combinati con adeguata attività fisica, o per arginare la progressiva perdita di massa muscolare, ad esempio negli anziani. In ogni caso, è bene farsi consigliare da figure professionali come dietologi, medici e nutrizionisti, il cui intervento si rende necessario per la prescrizione e la composizione di terapie alimentari personalizzate.

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