Mercoledì 24 Aprile 2024

PIACERE, ROBEE IL ROBOT UMANOIDE MADE IN BRIANZA

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‘ROBEE’ è alto un metro e settanta. Pesa tra i 65 e i 75 chili. Parla 20 lingue, riceve le istruzioni a voce e impara ogni esperienza nuova che scopre o gli viene insegnata. Parole, ma anche gesti. ‘RoBee’ non è un ‘giocattolo’ di intrattenimento. È un robot operativo, che collabora con l’uomo occupando gli stessi spazi e utilizzando gli stessi sensi: anche lui riconosce gli oggetti con gli occhi e prende le cose con le mani. Un robot che capisce dov’è e come deve interagire con il contesto. Benvenuti nel futuro. Benvenuti alla Oversonic Robotics, società di robotica all’avanguardia specializzata nella creazione di umanoidi. Fondata nel 2020 da Paolo Denti (amministratore delegato, a destra nella foto) e Fabio Puglia (presidente, a destra in basso nella foto) in mezzo ai campi della Brianza, ha l’obiettivo di "utilizzare la tecnologia per rispondere alle necessità delle persone, dal mondo delle imprese alla sanità". Con un robot umanoide cognitivo. Che oggi, dopo quasi tre anni di lavoro, è pronto per essere testato sul campo. Innanzitutto nell’industria per lavorazioni pericolose o a basso valore aggiunto, poi anche negli ospedali, in laboratori e reparti a rischio come quelli Covid.

I primi pezzi ‘cammineranno’ sul mercato nel 2022 per arrivare a una cinquantina di esemplari venduti nel corso dell’anno. "Abbiamo i primi pre-ordini – spiega Denti – e, anche se siamo all’inizio della nuova attività imprenditoriale, è chiaro che la Borsa è un possibile atterraggio naturale per una società come questa". Già ad agosto la società – valutata 14 milioni di euro – ha collocato il 100% delle quote acquisendo nuovi capitali strategici per lo sviluppo del piano industriale 2021-2026. Dopo l’ingresso di angel investor privati con profilo internazionale e con un profondo contributo tecnologico e progettuale, si è fatta avanti anche Fintel, finanziaria della famiglia Bulgarelli che ha preso il controllo del 33% della società, inserendo nel consiglio di amministrazione Claudio e Rossana Bulgarelli. Iniezioni che "ci consentiranno di commercializzare il nostro robot umanoide cognitivo, un prodotto industriale realmente adattabile alle esigenze del mercato: l’opportunità, in particolare, è di offrire alle imprese un robot in grado di affiancare l’uomo nei lavori più pericolosi e faticosi", ribadisce Puglia, laureato in matematica e fisica con indirizzo in astrofisica all’Università statale di Milano, la passione (praticata) per il jazz e per le gare con auto da corsa.

Nella factory brianzola ha radunato un team internazionale di giovani ingegneri informatici, elettronici e meccanici coordinato da Giuseppe Gullo che immaginano, progettano, costruiscono e poi guidano il futuro. Perché "solo guidandolo possiamo appartenervi liberamente avendo realmente aggiunto un tassello solido al nostro cammino. Guidarlo significa pensarlo per noi e non trovarlo d’improvviso davanti a noi", l’approccio aziendale. Come? "Con la tecnologia, il mezzo di trasporto tra l’oggi e il domani – prosegue Puglia –. Ma dev’essere, appunto, guidata perché diventi davvero di aiuto e non un’abitudine". In fondo, "il mondo della robotica umanoide è la frontiera a cui l’uomo si è sempre ispirato fin dai tempi passati cercando di creare macchine a sua immagine e somiglianza che lo potessero aiutare nelle diverse situazioni della vita. Mai come ora la tecnologia ha raggiunto un livello di avanzamento tale che permette non solo la fattibilità, ma anche la commercializzazione di prodotti con tali caratteristiche".

Già grazie a un accordo con Linkem "abbiamo condiviso un percorso strategico di sviluppo della tecnologia 5G applicata alla robotica umanoide che mette al centro le persone e le loro esigenze innescando una nuova e moderna robotica sociale – continua Puglia –. Quando, poi, arriveranno i computer quantistici queste macchine avranno a bordo una capacità di calcolo tale per cui sapranno raccogliere una rondellina che un occhio umano non riuscirebbe neanche a vedere". Senza timore né soggezione verso un ‘collega’ che non ti sostituisce, ma ti aiuta. Alla Oversonic ne hanno già assunto uno. All’ingresso. A fare front office. Un robot mezzobusto che dà il benvenuto, di questi tempi misura la temperatura e ricorda di indossare bene la mascherina. Riceve la merce dai corrieri e ricambia ringraziamenti e saluti. E se connesso all’agenda aziendale, potrebbe anche accogliere gli ospiti, aggiornarli se l’interlocutore per il loro appuntamento è ancora occupato e, nell’attesa, magari anche offrire un caffè. È questa la differenza tra un cellulare e un robot. Una app ti dà un servizio, ma alla fine non la ringrazi.