Nft, la nuova frontiera tra le stelle degli chef

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Nell'ormai variegato mondo degli NFT, i Not Fungible tokens (certificati digitali unici, memorizzati su blockchain, che registrano la proprietà di un bene come un’opera d’arte o un oggetto da collezione), la nuova frontiera è quella della cucina stellata. Ad aprire in grande stile questo capitolo è stato pochi giorni fa Heinz Beck, chef tristellato Michelin, con il primo NFT legato a una "dine wine and art experience" a Dubai, nel ristorante Social. Lo chef, che da adolescente sognava di fare il pittore, ma fu indirizzato dal padre verso la cucina, non ha mai smesso di dipingere: suo il quadro che prima di venire bruciato, è stato convertito in 35 NFT. All’esperienza culinaria e artistica della serata è stata abbinata la degustazione di grandi vini italiani, tutti parte dell’Italian Wine Crypto Bank. la ’banca del vino italiano’ realizzata su blockchain, che vende pregiate etichette pagabili con la propria moneta virtuale, l’Iwb.

Gli NFT legati al quadro di Heinz Beck ricadono nella formula classica: token che certificano la proprietà di un’opera d’arte, non necessariamente fisica. Come pure l’Nft della ricetta del pollo dello chef Marcus Samuelsson, ristoratore e personaggio televisivo svedese naturalizzato etiope, a capo del Red Rooster ad Harlem.

Un passo avanti in una nuova direzione sarà quello del ristorante FlyFish, la cui apertura è annunciata a New York all’inizio del prossimo anno: un dining club extralusso a cui si accederà solo se in possesso di uno degli NFT appena emessi. L’idea e la realizzazione di FlyFish sono del VCR Group, che gestisce catene di hotel e ristoranti: l’azienda ha messo in vendita a gennaio 1501 token, portando in cassa circa 15 milioni di dollari. Non male, per un progetto di cui ancora non è definita la location, che viene però annunciata in un locale di 900 metri quadri in "un’iconica posizione di New York City", mentre invece è chiara la tipologia di cucina (giapponese). Due i tipi di token messi in vendita e andati bruciati: quello base e quello vip (che darà accesso a una sala con soli 14 posti, che dovrebbe avere come chef Masashi Ito), dal valore rispettivamente di 7.200 e i 12.200 euro circa. Valore che cambia in base alla fluttuazioni del mercato di quel particolare Nft: già dopo pochi giorni erano praticamente raddoppiati. Il presidente e fondatore di VCR Group, David Rosolitz, ha fatto sapere di avere altri 1500 token da mettere in vendita nei prossimi mesi, per un totale di 2.650 soci ‘base’ e 385 persone con la membership vip. Rispetto a una qualsiasi iscrizione a un club esclusivo, i token FlyFish non solo possono essere comprati e venduti, ma anche ‘affittati’ per permette a chi non li possiede di andare al ristorante.

Restando negli States, molto più abbordabile, e già molto più concreta rispetto a FlyFish, è stata l’iniziativa promozionale di Burger King lanciata lo scorso autunno: un programma fedeltà, che collega la scansione di QRcode sulla confezione, per raccogliere uno dei tre ’pezzi collezionabili’ di un NFT sulla piattaforma Sweet’s. Una volta completata la raccolta, arriva automaticamente un quarto pezzo di NFT, e il premio può essere sia digitale che fisico, ad esempio una fornitura di sandwich per un anno. Una evolutuzione digitale della vecchia ’raccolta punti’, quindi, ma certificata su blockchain. Stesso principio anche per un’altra catena di fast food, Dave& Buster’s, che ha messo in palio non premi fisici ma bonus per giocare dentro i ristoranti. Poco? Dipende: il primo cliente a completare la collezione delle carte da gioco porta a casa un montepremi da 10.000 dollari.