Martedì 23 Aprile 2024

I fasci di luce di Google X trasmettono la banda larga senza fili

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Fasci di luce al posto dei cavi, per portare la banda larga anche nelle zone più remote del mondo, quelle dove la fibra ottica fatica ad arrivare: è di pochi giorni fa l’annuncio del successo del primo significativo test del progetto Taara di ‘X’, la struttura sussidiaria di Alphabet (‘casa madre’ di Google) che si occupa di sviluppare importanti innovazioni tecnologiche. Nel test, due fasci di luce laser hanno trasmesso in 20 giorni 700Tb di dati tra due punti distanti tra di loro circa 5 chilometri in linea retta, raggiungendo una velocità di trasmissione di 20Gbps (20 giga per secondo).

Dove? In Africa, in una località dal valore altamente simbolico: attraverso il fiume Congo, da Brazzaville nella Repubblica del Congo, a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Per installare reti ‘fisiche’ fra le due località serve ‘aggirare’ il fiume Congo, che è il secondo al mondo per ampiezza e il primo per profondità, visto che raggiunge i 220 metri: la fibra ottica deve percorrere circa 400 km, e il costo dell’infrastruttura fa crescere notevolmente i costo del servizio per gli internet provider.

Come funziona Taara? Il segnale che viene trasmesso fra le due stazioni ottiche è un fascio di luce sottilissimo. Google X non parla mai di laser, ma di una ‘bacchetta di luce’ capace di colpire un obiettivo di 5 cm in uno dei due dispositivi che si guardano reciprocamente anche grazie all’utilizzo di specchi per ottimizzare la trasmissione e la ricezione dei fasci di luce, anche in condizioni atmosferiche non ideali. La distanza massima del collegamento è all’incirca 20 chilometri, e naturalmente le possibilità di successo della trasmissione dati aumentano molto in aree geografiche dove raramente si verificano piogge o nebbia. L’Africa, quindi, anche se i primi test di Taara erano stati portati avanti in India. Il nome del progetto, peraltro, è quello del dio del tuono nella mitologia finlandese, e del dio del cielo in quella estone.

La tecnologia utilizzata si chiama Free Space Optical Communications (FSOC), ed è stata ‘ereditata’ da Loon, il primo progetto di X su larga scala per portare connettività in aree poco accessibili fisicamente. Dopo nove anni di sviluppo, Loon è stato accantonato nel gennaio 2021: "Nonostante i risultati tecnici rivoluzionari del team negli ultimi nove anni, la strada verso la redditività commerciale si è dimostrata molto più lunga e rischiosa di quanto sperato", aveva spiegato la società in un blog post. Consisteva in una rete di palloni aerostatici, ognuno grande come un campo da tennis, alimentati da pannelli solari e che utilizzavano sistemi di intelligenza artificiale per cavalcare i venti di alta quota, ad un’altezza circa di 32 km. I palloni creavano una rete senza fili aerea, inizialmente con una velocità simile al 3G ma successivamente aumentata all’LTE. Loon è stato impiegato per fornire Internet a Porto Rico dopo l’uragano Maria nel 2017 e dopo un forte terremoto in Perù. La tecnologia FSOC è stata successivamente adattata a Taara, in sviluppo dalla fine del 2017, quando sono iniziati i test in India e in Kenya.

E mentre la connettività ‘aerea’ è ancora allo stadio di ricerca e sviluppo, su quella terrestre Google procede a grandi passi: ha appena annunciato che le operazioni di posa del cavo sottomarino Grace Hopper hanno raggiunto Bude, in Cornovaglia (il nome omaggia la matematica americana Grace Murray Hopper, una delle pioniere della programmazione informatica) . Mountain View spiega che il cavo offrirà "una migliore resilienza alla rete su cui si basano i prodotti consumer e business di Google", collegando New York, l’Inghilterra e Bilbao in Spagna. Con le sue 16 coppie di fibre (32 fibre in tutto), che rappresentano un "aggiornamento significativo" per l’infrastruttura Internet che collega gli Stati Uniti con l’Europa, e la sua "nuova commutazione in fibra ottica", Grace Hopper consentirà di spostare il traffico attorno alle interruzioni di Internet in modo più mirato rispetto a prima.