Mercoledì 24 Aprile 2024

Cyberspazio, i team in pista per la sicurezza della Pa

Cyberspazio, i team in pista per la sicurezza della Pa

Cyberspazio, i team in pista per la sicurezza della Pa

LA PARTITA sul possesso di Tim, sulla banda larga e sul cosiddetto ‘spezzatino della rete’ è solo la punta dell’iceberg della più profonda rivoluzione in corso nel settore delle comunicazioni digitali. E sebbene sia quella più rumorosa, forse non è la più importante. Il 5G per esempio, solo in Italia, da qui al 2040 avrà un impatto stimato di 400 miliardi di euro. A livello mondiale poi, come dimostra il caso Huawei, è al centro della competizione, anzi della contrapposizione strategica, tra Stati Uniti e Cina. Perché chi controlla i dati, controlla il potere. Per questo è altrettanto fondamentale la partita della cybersicurezza, la cui rilevanza è aumentata esponenzialmente in tempi di Covid.

Con la pandemia, infatti, molte attività quotidiane si sono spostate online, dallo smart working al commercio elettronico. E questo ha ovviamente fatto proliferare gli attacchi digitali: per Accenture nei primi sei mesi del 2021 le intrusioni informatiche sono aumentate del 125% rispetto allo stesso periodo del 2020. Si tratta di un tumultuoso trend che ha reso assai più strategica la corretta protezione dei nostri dati, sia da aggressioni criminali, sia da pressioni e influenze di potenze straniere. Il governo Draghi (in alto a destra, il ministro per la transizione digitale, Vittorio Colao), che ha l’obiettivo di spostare in cloud molte attività della Pubblica amministrazione così da renderle più efficienti e moderne, è consapevole del rischio e ha prima predisposto una ‘Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale’, e più recentemente, con i fondi del PNRR, ha indetto tramite Consip un bando di gara per rafforzare la sicurezza da remoto, la compliance e il controllo sui servizi proprio delle pubbliche amministrazioni, centrali e locali.

Un obiettivo fondamentale finanziato con una base d’asta complessiva di 585 milioni, a cui si sono candidati in molti. Secondo quanto si è appreso, un raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Accenture, e a cui partecipano anche Fincantieri Nextech, Fastweb e Deas, si è classificato primo per la fornitura di servizi alle amministrazioni locali. Un altro, guidato da Tim e che include Netgroup, Almaviva, Reevo e Kpmg Advisory ha invece vinto il lotto di gara riguardante le amministrazioni centrali. Giuseppe Mocerino (a sinistra) presidente di Netgroup, società da decenni all’avanguardia dell’information technology e che ultimamente sta concentrando la sua attenzione sulla cybersicurezza e sulla ‘messa a terra’ del Pnrr, esprime "grande soddisfazione" per il fatto che il raggruppamento di imprese di cui fa parte sia primo in graduatoria. "Anche perché – dice Mocerino – quella della cybersicurezza è un’emergenza globale che ha impatti profondi su ogni aspetto della società e della geopolitica, con danni economici stimati pari a oltre il 6% del Pil mondiale". Per il presidente di Netgroup il Piano nazionale di ripresa e resilienza "è un’occasione fondamentale per colmare alcune delle lacune che ci sono nel nostro Paese, con particolare riferimento sia alle infrastrutture, sia al potenziamento e allo sviluppo del capitale umano e delle competenze digitali". Comunque, nel Pnrr c’è un finanziamento di oltre 2 miliardi per il 5G, che dovrebbe garantire la velocità ad almeno 150 megabit al secondo nelle aree in cui non sarà presente entro il 2026 alcuna rete con connettività ad almeno 30 Mbits. La gara vera e propria, tuttavia, deve ancora partire.

Al contrario, quella sulla cybersicurezza è già abbastanza avanti. Considerato quanti e di quale impatto sono stati gli attacchi hacker degli ultimi mesi – quello al sito della Regione Lazio dei mesi scorsi è perfino riuscito a bloccare la campagna vaccinale – è evidente che non c’è un attimo da perdere. C’è una rivoluzione in corso nel mondo delle comunicazioni digitali. E non c’è solo Tim.

Massimo Pittarello