Inflazione, a ottobre vola: sfiora il 12%, ai massimi dal 1984

I dati preliminari Istat: in aumento rispetto alle stime di settembre. Pesano soprattutto i beni energetici. Cgil: ora misure immediate e importanti. Pd: governo agisca, noi ci siamo

Roma, 28 ottobre 2022 - Corre ancora l'inflazione in Italia: secondo le stime preliminari di Istat, ad ottobre l'indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic) registra un aumento del 3,5% su base mensile e dell'11,9% su base annua, in salita rispetto all'8,9% di settembre, e ai massimi dal 1984. In forte accelerazione, poi, i beni del carrello della spesa (beni alimentari, per la cura della persona e della casa) che passano da +10,9% a +12,7%: bisogna risalire a giugno 1983, quando registrarono una variazione tendenziale del 13%, per trovare una crescita superiore. Gianna Fracassi, vice segretaria generale della Cgil, chiede "misure immediate e importanti", mentre Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, chiede al governo di spostare l'attenzione da "condoni e contante" all'inflazione da record che "colpisce soprattutto i più fragili". 

Consumatori al supermercato (Epa)
Consumatori al supermercato (Epa)

"Sono per lo più i Beni energetici, sia quelli regolamentati sia quelli non regolamentati, a spiegare - è il commento dell'Istat - la straordinaria accelerazione dell'inflazione di ottobre 2022, con i prezzi dei Beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) che continuano anch'essi ad accelerare, in un quadro di tensioni inflazionistiche che attraversano quasi tutti i comparti merceologici; frenano solo i Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona". Nel dettaglio, la crescita dei Beni energetici passa da +44,5% di settembre a +73,2%, mentre l'aumento dei prezzi dei Beni alimentari sale dall'11,4% al 13,1%. Rallentano, invece, da +5,7% a +5,1%, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,0% a +5,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,5% a +5,8%. Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,9%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,7%); si amplia in misura marcata, quindi, il differenziale inflazionistico negativo (da -8,6 di settembre a -14,2%). L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (+28,4%), degli Energetici non regolamentati (+28,3%) e in misura minore a quelli degli Alimentari non lavorati (+2,4%), degli Alimentari lavorati (+1,7%) e dei Beni non durevoli (+0,7%); in calo invece, a causa per lo più di fattori stagionali, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (entrambi -0,8%). L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8% per l'indice generale e a +3,7% per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta del 4% su base mensile e del 12,8% su base annua (da +9,4% nel mese precedente). Nella media dei primi nove mesi dell'anno il divario tra la dinamica dei prezzi - misurata dall'Ipca - e quella delle retribuzioni contrattuali è pari a 6,6 punti percentuali. Nel periodo gennaio-settembre 2022, la retribuzione oraria media è aumentata dell'1,0%, incremento più consistente di quello registrato per lo stesso periodo nel 2021 (pari allo 0,6%), ma sotto il livello dell'inflazione.

"Le stime confermano che l'impennata dei prezzi non si ferma e, anzi, diventa a due cifre. Occorrono misure importanti e occorrono ora". Lo afferma Gianna Fracassi, la vice segretaria generale della Cgil. "Le cause dell'inflazione sono molteplici e vengono da lontano. Di sicuro - sottolinea - prezzi energetici e alimentari concorrono pesantemente a incrementare prezzi e speculazione. Non basta certo aumentare i tassi da parte delle Banche centrali per riportare la tendenza verso il 2% che ormai non sembra raggiungibile nemmeno nel 2023. Al contrario, la politica monetaria della Bce non si sta dimostrando né efficace né utile in questa fase in cui il rischio di recessione è molto elevato".

"Una vera emergenza che colpisce soprattutto i più fragili. Maggioranza e governo si concentrino su questo e non su condoni e contante. Noi ci siamo". Così Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera. Il presidente della regione Lazio e deputato del Pd Nicola Zingaretti, invece, esorta il governo a non smantellare il reddito di cittadinanza proprio in questo periodo. "Dobbiamo tutelare il potere d'acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle più fragili, le più colpite dagli aumenti, e aiutare le imprese contro il caro energia. Nessuna forza politica responsabile, in questa situazione, deve permettersi di smantellare le forme di sostegno ai più poveri. A partire dal reddito di cittadinanza", spiega Zingaretti in una nota.