Giovedì 18 Aprile 2024

Inflazione edilizia: materiali e manodopera gonfiano i costi di costruzione del 25%

Studio del Construction Cost Report di Gad: l'aumento determina ritardi sulle tabelle di marcia degli interventi e, spesso, uno sforamento dei preventivi

Un cantiere edilizio (Businesspress)

Un cantiere edilizio (Businesspress)

Ristrutturare e costruire costa il 25% in più. A riportare le cifre dell’inflazione edilizia è il Construction Cost Report 2022, l’approfondimento relativo alla variazione dei prezzi nel mercato italiano delle costruzioni redatto da Gad Studio. “Rispetto al periodo pre-Covid” ha spiegato a il Sole 24 Ore Gianpiero Aresi, amministratore delegato di Gad, “il trend conferma un incremento medio del 25% sui costi netti, misurato in virtù dell’andamento dei costi delle materie prime, senza includere rivalutazioni delle spese generali e utili d’impresa che sono peraltro un fattore non trascurabile”. Si tratta, di un "dato medio che non riscontra scostamenti significativi tra le nuove costruzioni e il recupero dell’esistente”. Il numero è il risultato di un algoritmo studiato apposta per determinare i costi di costruzione e consente di quantificare uno dei problemi che rischia di frenare anche la messa a terra del Pnrr: i rincari di materiali.

In Italia si contano più di un migliaio di progetti in essere, tutti sopra i dieci milioni (45% ristrutturazione, 25% sostituzione edilizia, 30% nuova costruzione). Almeno il 50% di questi, stima Aresi, è fermo ai blocchi di partenza per lo stress legato ai prezzi. Nello studio, l’attenzione si concentra sulla riduzione delle spese generali e si evidenzia come l’unica strada per azzerare i rischi legati alla sicurezza, ottenere tempi certi, edifici gestibili, manutenibili sia l’industrializzazione del settore, anche attraverso la digitalizzazione. A incidere sui tempi di realizzazione delle opere sono i rallentamenti della fase di progettazione, la cui durata, in media, raddoppia. Ma spesso anche la fase della gara vera e propria si prolunga, con i costi dell’intervento che lievitano e che determinano uno sforamento dei budget originariamente previsti. Secondo lo studio di Gad, sul prezzo finale incidono le materie prime e, più nel dettaglio, la manodopera, i noli, i materiali, i costi indiretti e le spese generali. Anche se, va detto, che l’aumento di un componente non determina automaticamente un incremento del prezzo finale, che dipende anche da quanto il suo costo incide sul totale.

Nello specifico, Gad stima un aumento del 15% per ferro e acciaio dovuto alla guerra russo-ucraina e ai rincari energetici. Rialzi che, a cascata, incidono su tutta una serie di altri materiali, a cominciare dal cemento e dal calcestruzzo, cresciuti del 59% (anche per il costo dei diritti di emissione che le imprese devono comprare per produrre). L’effetto riguarda anche i coibenti in lana di roccia (+15%) e quelli a base di polistirene (+20%), entrambi i prodotti gravati pure dall’aumento del prezzo del petrolio. Il legno si attesta invece a +11%. Per il vetro, invece, i rincari sono del 38%, mentre per i laterizi del 20%, sempre a causa dei prezzi dell’energia.

Sul fronte della manodopera, si registra una crescita media del costo orario di circa il 5% negli ultimi due anni, un incremento del 60% maggiore rispetto a quanto rilevato nel biennio precedente.

Dalle recenti rilevazioni della Camera di Commercio di Milano si evince che la componente del prezzo relativa a noli e trasporti è invece schizzata a +20% per le attività che richiedono movimenti terra, del 10% per quelle di palificazione e del 15% per la realizzazione di opere strutturali. “Analizzando un’area di facciata di cento mq per sei mesi di noleggio” si legge nel report “il costo complessivo di ponteggio, incluso montaggio e smontaggio da prezziario della Regione Lombardia vede un incremento percentuale del +54 per cento”. A tutto questo si aggiunge il rischio inflazione, a cui, spiegano da Gad, “gli investitori rispondono con la proposta di contratti blindati e trasferendo il rischio sull’impresa che a sua volta si tutela con un incremento anticipato in fase di offerta”.

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