Inflazione, a maggio torna negativa: -0,2%. Pesa il Covid, più al Nord

Istat: è la prima volta da ottobre 2016. Flessioni più ampie ad Aosta (-1,2%) e Reggio Emilia (-1,1%)

Mercato di Torino (Ansa)

Mercato di Torino (Ansa)

Roma, 15 giugno 2020 - L'Istat rivede le stime sull'inflazione: a maggio il calo è del -0,2%, l'Italia è in deflazione per la prima volta dell'ottobre 2016. La stima preliminare era -0,1%, poi l'Istat rivede al ribasso le stime dell'andamento dei prezzi per il mese di maggio, fino a una diminuzione dello 0,2%, sia su base mensile sia su base annua, dovuta sopratutto alla "forte flessione dei prezzi dei carburanti". Rallenta l'indice dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona: il cosiddetto carrello della spesa che mantiene "una crescita sostenuta (+2,4%)".

Stime inflazione a maggio

Nel dettaglio, nel mese di maggio si stima che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello -0,2%, sia su base mensile sia su base annua, mentre nel mesi di aprile la variazione tendenziale era nulla. La causa di questa flessione tendenziale dell'indice generale, fa spare l'Istat,  è imputabile prevalentemente alla marcata dinamica dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che accentuano il loro calo (da -7,6% a -12,2%). L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rimangono stabili rispettivamente a +0,8% e a +1,0%. Anche la flessione congiunturale dell'indice generale, spiega l'Istat, "è dovuta per lo più alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-4,2%), solo in parte compensata dall'aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,2%)". Nel 2020, l'inflazione acquisita è pari a -0,1% per l'indice generale, e a +0,6%,  per la componente di fondo. L' Istat sottolinea come "gli indici dei prezzi al consumo di maggio sono stati elaborati nel contesto dell'emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus in Italia, che ha visto prolungarsi la sospensione delle attività di ampi segmenti dell'offerta di beni e servizi di consumo". E aggiunge: "L'impianto dell'indagine sui prezzi al consumo, basato sull'utilizzo di una pluralità di canali per l'acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell'elevato numero di mancate rilevazioni".

Deflazione doppia al Nord

La deflazione registrata dall' Istat a maggio raggiunge nell'Italia settentrionale, più colpita dall'epidemia di Covid-19, valori doppi rispetto alla media nazionale dello 0,2% e non tocca il Mezzogiorno. Nel Nord Est il tasso d'inflazione è del -0,5% e nel Nord-Ovest del -0,4%, mentre nel Centro è in linea con la media. A Sud e nelle Isole, i prezzi sono fermi. Tra le grandi città, nei capoluoghi di regione e province autonome, l'inflazione più elevata si osserva a Napoli (+0,7%), Palermo (+0,5%), e Perugia (+0,4%), mentre Aosta registra la flessione più ampia (pari a -1,2%), preceduta da Reggio Emilia (-1,1%) e Verona (-0,8%). A Milano, la flessione dei prezzi è dello 0,4%, a Roma dello 0,1%. (ANSA).

Carrello della spesa

Rispetto al mese di aprile, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona del cosiddetto carrello della spesa rallentano di un decimo di punto, mantenendo "una crescita sostenuta (+2,4%)" a maggio, su base annua. A comunicarlo è l'Istat, che diffonde i dati definitivi sui prezzi al consumo, segnalando che la crescita tendenziale dei beni alimentari passa dal +2,7% di aprile a +2,5%. "Pur continuando a registrare tassi di crescita elevati - commenta l'Istat -, decelerano i prezzi dei vegetali freschi o refrigerati", (da +6,4% a +5,3%, -2,9% rispetto ad aprile 2020) e quelli della frutta fresca (da +9,6% a +7,9%, +9% il congiunturale).

Sulla questione è intervenuto Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori: "La deflazione è solo un effetto ottico dovuto al lockdown. Ovvio che i prezzi, mentre i negozi erano chiusi, non potevano salire. Il calo dei carburanti, poi, ha fatto il resto. Si conferma, però, la stangata per i prezzi dei beni dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, gli unici acquisti che gli italiani potevano effettuare liberamente, anche prima della riapertura generale, che calano solo lievemente da +2,5% di aprile a +2,4% di maggio. Insomma, mentre la deflazione non ha alcun effetto pratico sulle tasche degli italiani, il carrello incide sul loro portafoglio, aumentando il costo della vita". Per le famiglie e, in particolare, "Per una coppia con due figli - osserva Dona -, la famiglia tradizionale di una volta, in teoria la deflazione dovrebbe portare a una riduzione della spesa, ma in pratica, visto che gli italiani non hanno potuto sfruttare appieno la riduzione dei prezzi, non potendo andare a fare la spesa come prima, salvo negli ultimi giorni di maggio, quello che incide è solo il carrello della spesa, che a +2,4% implica un aumento del costo della vita, per i soli acquisti di tutti i giorni, di 212 euro su base annua. Per una coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, il rialzo per le compere quotidiane è di 186 euro, per una famiglia media sono 154 euro".

Prodotti energetici

A maggio scendono del -12,7% i prezzi dei prodotti energetici, rispetto all'anno precedente, il calo più ampio da oltre dieci anni. Per trovare una contrazione maggiore bisogna tornare a luglio 2009 (quando si attestò a -14,6%), osserva l'Istat, diffondendo i dati definitivi mensili sui prezzi al consumo. Ad aprile 2020, il calo era era stato del -9,7%. Entrando nel dettaglio, i prezzi dei beni energetici non regolamentati registrano un calo del -12,2% su base annua, con flessioni per la benzina del -15,2%, per il gasolio per mezzi di trasporto del -16,2% e per gli altri carburanti del -6,7%. Il gasolio da riscaldamento tocca -18,5% e l'energia elettrica mercato libero segna -5,9% .

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