Inflazione record in Italia, torna ai livelli degli anni '80: +8% su base annua

In Italia indice dei prezzi al consumo +1,2% su base mensile: +8,3% sul "carrello della spesa". Il documento completo in Pdf

Roma, 1 luglio 2022 - Vola l'inflazione, arrivata a livelli record che non si vedevano dal 1986: +8,6% a giugno e l'8% su base annua. Continua ad aumentare l'inflazione nell'Eurozona e si rafforzano così le aspettative di un rapido aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea da luglio in poi. Anche in Italia i prezzi al consumo, su base annua, volano ai massimi da 36 anni.

Nel dettaglio la stima flash dell'Eurostat indica un altro record toccato a giugno dell' inflazione, l'8,6%. A maggio il tasso annuo era all'8,1%. L'energia, spinta dalle perturbazioni dei mercati per la guerra in Ucraina, continua a trainare gli altri settori. Il tasso energetico è al 41,9%, rispetto al 39,1% di maggio, seguita da cibo, alcol e tabacco (8,9%, rispetto al 7,5% di maggio), beni industriali non energetici (4,3%, contro il 4,2% di maggio) e servizi (3,4%, contro il 3,5% di maggio).

Inflazione, volano i prezzi. L'interno di un supermercato a Roma (Ansa)
Inflazione, volano i prezzi. L'interno di un supermercato a Roma (Ansa)

A livello di Stati, gli unici cali dei tassi di inflazione vengono registrati in Germania (8,2% dall'8,7%) e Paesi Bassi (9,9 dal 10,2). I livelli più alti vengono confermati nei Baltici: Estonia 22%, Lituania 20,5% e Lettonia 19%. Tra i big la Francia resiste al 6,5%, mentre la Spagna vola al 10%. Tra i peggiori la Grecia con il 12%.

In Italia l' inflazione è in forte accelerazione: secondo le stime preliminari diffuse dall'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell'1,2% su base mensile (dal +0,8% di maggio) e dell'8,0% su base annua (da +6,8% del mese precedente).

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L'Istat

"A giugno - commenta l'Istat - l'inflazione accelera di nuovo salendo a un livello (+8,0%) che non si registrava da gennaio 1986 (quando fu pari a +8,2%). Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai Beni energetici agli altri comparti merceologici, nell'ambito sia dei beni sia dei servizi. Pertanto, i prezzi al consumo al netto degli energetici e degli alimentari freschi (componente di fondo; +3,8%) e al netto dei soli beni energetici (+4,2%) registrano aumenti che non si vedevano rispettivamente da agosto 1996 e da giugno 1996".

Nello stesso tempo, l'accelerazione dei prezzi degli alimentari, lavorati e non, spingono ancora più in alto la crescita di quelli del cosiddetto "carrello della spesa" (+8,3%, mai così alta da gennaio 1986, quando fu +8,6%).

L'Istat spiega che l'ulteriore aumento della crescita su base tendenziale dei prezzi al consumo si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +42,6% di maggio a +48,7%) e in particolare degli energetici non regolamentati (da +32,9% a +39,9%; i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +64,3%), e dall'altra a quelli dei beni alimentari, sia lavorati (da +6,6% a +8,2%) sia non lavorati (da +7,9% a +9,6%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,4% a +5,0%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +7,2%).

L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto a diverse componenti e in particolare ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+6,0%), dei servizi relativi ai trasporti (+2,0%), degli alimentari lavorati (+1,7%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,3%) e dei beni non durevoli (+0,7%). L' inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,4% per l'indice generale e a +2,9% per la componente di fondo

Confcommercio

"Il dato sull'andamento dei prezzi rappresenta un ulteriore salto indietro nel tempo, con valori così elevati, sia in termini di profili mensili sia annuali, che non si registravano dalla fine degli anni '80, e non consola sapere che il dato italiano è allineato a quanto si rileva nel complesso dell'area euro (+8,6% tendenziale a giugno)". È questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio alla stima provvisoria dei prezzi a giugno diffusa dall'Istat. È "sempre più concreta la possibilità di un'inflazione, nella media del 2022, superiore al 7% e di un rientro molto graduale nel 2023. Se, al momento, gli effetti sui consumi appaiono ancora limitati - conclude Confcommercio - è molto probabile che da settembre le famiglie saranno costrette a una selezione degli acquisti, con gravi effetti negativi sui consumi e, quindi, sul Pil".

Confesercenti

"La corsa dei prezzi e le aspettative inflazionistiche rischiano di pesare come un macigno sui consumi delle famiglie e sulla crescita. L' inflazione a giugno tocca, infatti, un nuovo preoccupante record della storia recente, con un balzo dell'8% su base tendenziale". Così Confesercenti commenta i dati Istat, in una nota. "L' inflazione acquisita ha raggiunto il 6,4%, con il pericolo concreto che possa superare anche la stima del 6,8% - assunta anche a livello europeo dalla Bce". Per Confesercenti è "fondamentale non alimentare la percezione di 'ineluttabilità' di questi aumenti nel tempo: il consolidarsi di previsioni inflazionistiche è, purtroppo, una profezia che facilmente si autoavvera, con pericolose conseguenze a catena che rischiano di travolgere il potere d'acquisto delle famiglie e dunque i consumi e l'economia del Paese. Salvaguardare la domanda interna è la priorità" ed è anche "sempre più urgente e necessario trovare un'intesa a livello europeo per fermare la corsa dei prezzi di energia e gas".