«Indispensabili per l’occupazione»

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L’incertezza dei contributi pubblici per le imprese culturali, il peso della burocrazia e il difficile accesso alle risorse. Sembra una strada disseminata di ostacoli quella delle imprese culturali e creative. Aziende che però rappresentano, per Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, «un volano fondamentale, sia per l’impatto diretto sull’occupazione (mediamente più giovane e qualificata), sia per il contributo alla capacità innovativa e creativa e alla coesione sociale». Da qui il fine ultimo dell’indagine: «Abbiamo pertanto voluto, insieme ai colleghi del Mediocredito Italiano, esplorare meglio questo mondo complesso e variegato, focalizzando l’attenzione sui fabbisogni finanziari di queste imprese». Ma come dare loro una mano?

«Maggiori risorse sono cruciali per favorirne la crescita - prosegue De Felice - in un contesto di forti cambiamenti». Stanno infatti «mutando abitudini culturali e modalità di fruizione di beni e servizi ricreativi, perciò - aggiunge Stefano Firpo, Direttore Generale di Mediocredito - la mancanza di finanziamenti è particolarmente sentita».

Dall’analisi emerge come si tratti di un settore (quello delle imprese culturali e creative) con prospettive in crescita e buona propensione a investire. Fattori trainanti per lo sviluppo futuro saranno la presenza di capitale umano qualificato e l’innovazione, sia di prodotto che tecnologica.

g. t.

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