In difesa del Made in Italy Fondo sovrano da un miliardo E tutele per la pasta di qualità

Via libera del governo al ddl Urso: confermato il liceo ad hoc, arriva la festa dell’eccellenza italiana. Rafforzata la lotta alle contraffazioni. Intanto Istat e Moody’s certificano il balzo del Pil.

di Antonio Troise

L’economia italiana continua a sorprendere. I dati diffusi ieri dall’Istat spruzzano un altro po’ di rosa sui conti del nostro Paese, ritoccando al rialzo le stime del primo trimestre. Si passa da un +0,5% a +0,6% sui tre mesi precedenti. Ma il salto è molto più consistente se si considera la variazione rispetto allo stesso periodo del 2022: +1,9%. Certo, stiamo parlando di decimali. Ma il primo scorcio del 2023 è migliore di quello delle principali economie concorrenti, ovvero Francia e Germania. Nel primo caso, l’Insee, l’agenzia statistica di Parigi, ha appena pubblicato un consuntivo del +0,2% nel primo trimestre. Mentre nel secondo caso c’è stata addirittura una contrazione dello 0,3%. In termini tendenziali. Anche Moody’s, che ha rivisto al rialzo le stime sul nostro Paese, portandole allo 0,8% nel 2023. Buone notizie anche dal fronte dei prezzi. L’inflazione ha rallentato la corsa a maggio, grazie alla frenata dei beni energetici: +0,3% su aprile e +7,6% su base annua, dal +8,2% di aprile.

"L’Italia, invece di andare in recessione come prevedevano tutti, è il Paese che cresce più degli altri giganti occidentali", sentenzia il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che proprio ieri ha ottenuto il via libera dal Consiglio dei ministri al suo Ddl per valorizzare e difendere, appunto, il "Made in Italy". Ecco le principali novità.

IL FONDO SOVRANO

DA UN MILIARDO

Nasce il Fondo strategico nazionale del Made in Italy, con una dotazione iniziale di un miliardo e l’obiettivo di stimolare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali anche per la fase dell’approvvigionamento delle materie prime critiche. Previsti anche interventi a sostegno dell’apparato produttivo: dal rifinanziamento della Nuova Sabatini alle misure di incentivazione del design e dell’ideazione estetica, al sostegno all’imprenditorialità femminile, alle filiere del legno, dell’arredo e del tessile, fino a disposizioni per l’approvvigionamento di materie prime critiche della filiera della ceramica.

IL LICEO E LA GIORNATA

DEL MADE IN ITALY

Confermato l’arrivo del liceo del Made in Italy con lo scopo di "promuovere, nell’ottica dell’allineamento tra domanda e offerta di lavoro, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al Made in Italy". Prevista una giornata nazionale per "celebrare la creatività e l’eccellenza italiana". La festa, fissata per il 15 aprile, non è assimilata alle ricorrenze nazionali e per celebrarla Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni possono promuovere "iniziative per la promozione della creatività e la difesa e valorizzazione del Made in Italy". Prevista anche l’Esposizione nazionale permanente del made in Italy con l’obiettivo di pRomuovere e rappresentare l’eccellenza produttiva e culturale italiana attraverso l’esposizione dei prodotti della storia e dell’ingegno italiano.

LOTTA AI FALSI

Fra le misure anche la reazione di un contrassegno ufficiale di origine italiana delle merci con la dizione Made in Italy per la promozione della proprietà intellettuale e commerciale dei beni. Nel testo anche un bollino per i ristoranti italiani autentici sparsi per il mondo, con l’obiettivo di valorizzare e sostenere gli esercizi di ristorazione che offrono all’estero prodotti enogastronomici effettivamente conformi alle migliori tradizioni italiane all’estero e di contrastare l’utilizzo speculativo dell’italian sounding. Previste anche sanzioni più dure per contrastare la contraffazione. E ci sarà una commissione tecnica che dovrà redigere linee guida per la produzione di pasta di grano duro di qualità.

LO SCAMBIO GENERAZIONALE

Una delle norme del Ddl prevede l’avvio di un Programma di trasferimento delle competenze per le imprese private con non più di 15 unità da un lavoratore andato in pensione da non oltre 2 anni, a un nuovo assunto a tempo indeterminato di età inferiore a 30 anni. La remunerazione corrisposta al pensionato non concorre alla formazione di reddito sino ad una soglia di 15.000 euro l’anno.

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