Giovedì 25 Aprile 2024

Manovra 2020, Imu e Tasi unite. Cosa cambia

Le due imposte convergono nella local tax . La cedolare secca resta al 10% per i canoni concordati e viene resa strutturale dal 2020

Calcolo di Imu e Tasi (Foto Castellani)

Calcolo di Imu e Tasi (Foto Castellani)

Roma, 30 ottobre 2019 - La cedolare secca sugli affitti a canone concordato resterà al 10 per cento in via strutturale e, dunque, per sempre. Ma, per la casa, non è la sola novità in arrivo dal vertice di ieri a Palazzo Chigi sulla manovra: il vice ministro dell’Economia, Laura Castelli, ha annunciato l’inserimento nella legge di Bilancio dell’accorpamento tra Imu e Tasi nella nuova local taxIl primo risultato del summit governativo post-voto è quello sulla cedolare secca; nella normativa di origine era previsto che salisse al 15%; in una prima bozza di manovra era stata portata al 12,5% ma ieri si è fatto uno sforzo per tenerla al 10% e rendere questa aliquota permanente.

Manovra 2020, niente stangata per chi affitta e compra casa

"Una buona notizia", la definisce il vice ministro dell’Economia Antonio Misiani, sottolineando che "sono state recuperate risorse per alleggerire il carico fiscale e credo che sia una ottima notizia per tante famiglie italiane". Per questa operazione le risorse verranno dal settore dei giochi, "quando si ha la fortuna di vincere una somma è giusto che la tassazione sia congrua", ha spiegato Luigi Marattin, di Italia Viva.

Soddisfatti i leader della maggioranza, con Nicola Zingaretti, segretario del Pd in testa, che parla di "atto di giustizia sociale". Più di tutti esultano i costruttori di Confedilizia, che si erano spesi per evitare l’aumento che colpisce chi affitta a canone concordato (quindi a prezzi più bassi di mercato). "Dopo due settimane di ‘battaglia’ – avvisa il presidente dell’associazione dei proprietari, Giorgio Spaziani Testa - la conferma della cedolare secca sugli affitti abitativi a canone calmierato è un’ottima notizia e diamo volentieri atto al governo di questa scelta di prospettiva".

Local tax

Il capitolo casa, però, si arricchirà di un’altra novità di rilievo. Secondo il vice ministro Castelli c’è intesa nella maggioranza anche per un pacchetto per gli enti locali, che conterrà non solo il rifinanziamento per 110 milioni del fondo per il ristoro del mancato gettito Imu-Tasi ma anche l’accorpamento dei due balzelli sulle seconde case in una nuova "local tax". Per i sindaci dovrebbe arrivare anche la riforma della riscossione che equiparerà le ingiunzioni alle iscrizioni a ruolo, già spuntata, e poi saltata, nella preparazione del decreto fiscale.

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"C’è stata una moltiplicazione a dismisura, non solo di aliquote ma di esenzioni, trattamenti di favore – ha spiegato recentemente il vice-ministro dell’Economia Misiani – con la Tasi che ha raggiunto livelli di complicazione paradossale. Bisogna semplificare e sfoltire". La base imponibile, del resto, è la stessa, sono sostanzialmente due imposte con qualche differenza che però gravano sugli stessi immobili con doppio adempimento e pagamento.

Ma la riforma , nelle idee dei tecnici di palazzo Chigi, dovrebbe riguardare l’intero sistema di riscossione, con un maggiore coinvolgimento in questo senso dei Comuni. Il principio fondamentale è quello di dare agli enti locali gli stessi strumenti che oggi ha in mano Agenzia Entrate-Riscossione per la caccia alle imposte nazionali.

Nel 2018, il gettito di Imu e Tasi è stato pari a circa 22 miliardi di euro, di cui 19,9 miliardi provenienti dall’imposta municipale sugli immobili e un miliardo e 100 milioni dal tributo sui servizi indivisibili. Nel 2011, quando ancora la Tasi non c’era, il gettito Imu ammontava a 9,2 miliardi di euro. In totale, la tassazione sulla casa, nel 2018 ha sfiorato i 40 miliardi di euro in Italia, in crescita rispetto ai due anni precedenti che beneficiavano dell’addio all’Imu prima casa.

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