Visionair Lab lancia la mascherina antivirus invisibile

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SI CHIAMA Visionair Lab ed è l’unica startup toscana selezionata dall’Italian Trade & Investment Agency (Ita) per partecipare all’International Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas, il più grande evento mondiale del settore dell’innovazione tecnologica che si è svolto dal 5 all’8 gennaio. Una formidabile occasione nella quale i fondatori di Visionair Lab, Michele Boni e Luigi Spedini (nella foto a destra), hanno presentato al mondo la loro ultima invenzione: si chiama ‘Take a breath’ (nella foto a sinistra) ed è una visiera a barriera d’aria con purificatore, un accessorio da indossare come un cappello e che protegge dall’inquinamento e dai virus, però senza limitare o isolare le persone dal mondo esterno. Di fatto, una mascherina invisibile, in cui l’aria viene accelerata e, acquistando consistenza, utilizzata per allontanare inquinanti e virus dalle vie respiratorie. I due visionari italiani sono volati a Las Vegas per fare conoscere al mondo la loro invenzione, applicabile a diverse attività, dal tempo libero al lavoro, e in grado di rivoluzionare la quotidianità delle persone.

Come siete arrivati a Las Vegas?

"Siamo stati scelti attraverso Ita, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – spiega Michele Boni – Ita ha presentato il nostro progetto al comitato del Ces e quindi abbiamo avuto accesso diretto al padiglione Italia. In tutto eravamo 30 start up a rappresentare il nostro Paese, scelte dal comitato americano".

Siete rientrati da poco in Europa: qual è il primo bilancio di questa esperienza?

"È stato un salone impegnativo, c’era tanta pressione perché lì gravitavano tantissime persone da tutto il mondo. Tutto lì è amplificato e accelerato. Hai qualche manciata di minuti per parlare con chi si ferma allo stand e devi fare colpo velocemente. Siamo molto soddisfatti di come sono andate le cose perché c’è stata curiosità e abbiamo conosciuto persone interessanti: imprenditori, investitori, ingegneri, giornalisti. Adesso il lavoro è quello di scrematura dei contatti, poi vogliamo terminare lo sviluppo del prototipo".

Che cos’è esattamente ‘Take a breath’?

"È una visiera da sole che attraverso uno schermo ad aria posizionato davanti al viso riesce a isolare che la indossa rispetto all’ambiente circostante, mentre un ventilatore con filtro permette di respirare aria pulita. Si crea un isolamento ambientale, ma non psicologico, come invece succede con altri prodotti simili di diverse industrie globali. Questo è il nostro grande vantaggio competitivo e il nostro punto di forza. La nostra mascherina ad aria permette di rimanere protetti anche quando si mangia o si fuma una sigaretta o mentre si fa sport; e protegge occhi, naso e bocca costantemente. I filtri sono intercambiabili e la batteria ricaricabile".

La vostra postazione a Las Vegas ha ricevuto anche la visita di Silvia Chiave, la Console Generale d’Italia di Los Angeles. Cosa vi siete detti?

"La console è stata incuriosita dal prodotto e le abbiamo spiegato di cosa si tratta e come va usato. È stato un vero piacere attirare la sua attenzione. Essere al Ces è importante perché una volta lì ti rendi conto di far parte di un bel gruppo di imprese dinamiche, che cercano di fare cose diverse dal solito, che guardano lontano e sono visionarie nonostante siano solo delle startup".

Come è nata l’idea della visiera ad aria?

"L’idea è nata durante la pandemia, nel 2020, quando ci siamo visti costretti ad indossare la mascherina per proteggerci dal covid. Abbiamo detto: perché non creare qualcosa di più funzionale, più bello, pratico, sicuro e che possa migliorare la qualità della vita delle persone? Ne ho parlato con Luigi Spedini e abbiamo iniziato a lavorare intorno a quell’idea. Siamo partiti dal concetto che un numero sempre più crescente di persone è vittima di inquinamento dovuto a smog, polveri sottili oltre che a virus pandemici. Basti pensare che recenti dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che quasi 500mila persone in Europa muoiono per malattie legate all’inquinamento".

In due anni di lavoro siete arrivati alla maturità tecnologica di livello 7. Cosa significa esattamente?

"Il livello di maturità tecnologica è un sistema basato su una scala di valori che va da 1 a 9, dove 1 è il livello più basso. In due anni noi siamo passati dalla progettazione alla realizzazione di diversi prototipi fino ad arrivare al livello 7, che indica l’esistenza di un prototipo in ambiente operativo. Mancano pochi passaggi per arrivare alla fase della produzione".

Quali sono i prossimi obiettivi?

"L’obiettivo è arrivare all’industrializzazione del prodotto in 12 mesi perché andando al Ces ci siamo davvero scoperti. Il nostro prodotto è stato visto da tantissime di persone, è stato filmato e fotografato quindi adesso dobbiamo essere bravi e veloci nel migliorarlo e arrivare alla sua industrializzazione. Per fare questo abbiamo bisogno di unirci a qualche investitore. Il Ces è stato anche l’occasione per renderci consapevoli del fatto che ‘Take a breath’, oltre all’utilizzo inizialmente pensato da noi, può dare risposte efficaci a tanti problemi, ad esempio quello delle allergie ai pollini".