Giovedì 25 Aprile 2024

Unita, in prima fila per interpreti & C.

Pierfrancesco Favino

Pierfrancesco Favino

L’associazione Unita, a tutela dei professionisti dello spettacolo, è nata in pieno lockdown, quando tutte le attività erano come congelate: tra i fondatori, decine di protagonisti del cinema e del teatro, da Pierfrancesco Favino (nella foto sotto) a Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, Edoardo Leo, Elena Sofia Ricci, Luca Zingaretti e Fabrizio Bentivoglio. I soci attualmente sono 1300: "Chi ha maggiore visibilità, la mette al servizio di chi non ce l’ha – spiega la presidente Vittoria Puccini –. Molti pensano che la professione dell’attore sia sempre luminosa e sfavillante, ma in realtà vari colleghi affrontano notevoli difficoltà, e con il fermo delle attività legato alla pandemia alcuni sono stati anche costretti a cambiare lavoro". Quello degli attori è un mondo che può apparire legato a individualismi e a singole personalità: "Siamo tutte persone che lavorano con passione: amiamo quello che facciamo – aggiunge Vittoria Puccini –. Certo, facevamo fatica a vederci con una rappresentanza. Unita vuole appunto essere come una famiglia, una comunità, la casa degli attori: un modo per avere una voce e per essere anche di aiuto alle istituzioni con la nostra esperienza e il nostro know how".

Un’altra delle questioni affrontate da Unita riguarda i ‘diritti connessi’, ovvero i compensi che derivano dallo sfruttamento delle opere di cui gli artisti sono interpreti. "Come è indicato dalla direttiva europea, abbiamo indicato che la remunerazione dei diritti connessi debba essere adeguata al reale sfruttamento delle opere", sottolinea la presidente di Unita. Se un film, per esempio, viene diffuso sulle piattaforme sia nel nostro Paese che all’estero, è necessario che gli attori possano riceverne i diritti, ma questo non è sempre accaduto: dunque è stato richiesto l’obbligo per le piattaforme dell’audiovisivo di fornire con trasparenza tutti i dati relativi alla diffusione delle opere, comunicando anche i ricavi generati. Il lungo periodo di pandemia – fa notare l’associazione Unita – "ha accelerato esponenzialmente il processo di espansione delle piattaforme sul mercato dell’audiovisivo, con conseguente sostanzioso aumento del loro volume d’affari e del loro potere contrattuale". "Sbloccando i diritti sulle opere in circuito – dice ancora Vittoria Puccini –, gli interpreti potranno contare su un introito più costante ed essere tutelati anche in periodi complicati".

s. m.