Unicoop Tirreno abbassa le luci per contrastare il caro bollette

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UNA PRESENZA CAPILLARE sul territorio con 96 supermercati in Toscana, Umbria e Lazio, circa 540mila soci, 3.500 dipendenti e un fatturato che nel 2021 è stato di 852 milioni di euro. Sono questi i numeri di Unicoop Tirreno, una delle grandi cooperative di consumo con insegna Coop, attiva nel settore della grande distribuzione alimentare italiana. Fondata nel 1945 a Piombino (Livorno), Unicoop Tirreno fonda la sua azione sull’etica della responsabilità sociale e dello spirito cooperativo. I progetti solidali, le iniziative territoriali, la tutela dei consumatori e dell’ambiente sono gli obiettivi che da sempre contraddistinguono l’azione della Cooperativa, che da quasi 80 anni opera a vantaggio dei consumatori e della comunità. L’etica sostenibile di Unicoop Tirreno si applica sia a livello macro, con il sistema cooperativo e i prodotti Coop, sia a livello locale, con le iniziative in difesa dell’ambiente, la gestione dei rifiuti, il risparmio di risorse, la sicurezza alimentare, il controllo dei criteri di sostenibilità dei fornitori, la convenienza dei prezzi.

La Cooperativa seleziona e verifica i propri fornitori, garantisce alti standard qualitativi dei prodotti, promuove iniziative territoriali e formative, è attiva sui temi del consumo consapevole, della solidarietà, della cultura e del tempo libero. L’ultima iniziativa si chiama "Abbassiamo le luci contro il caro bollette" ed è il piano portato avanti da Unicoop Tirreno per ridurre i consumi energetici di circa un milione di kWh in un anno. Un’iniziativa che arriva dopo azioni analoghe: già da anni la Cooperativa ha infatti limitato i consumi di energia nei punti vendita e i rifiuti prodotti, installando anche impianti fotovoltaici e sistemi per il monitoraggio dei consumi. A spiegare il nuovo impegno, il direttore generale di Unicoop Tirreno Piero Canova (nella foto).

Cosa prevede il piano?

"La Cooperativa di consumo, per i suoi 96 punti vendita in Toscana, Lazio e Umbria e i suoi uffici, ha previsto una serie di misure per diminuire i consumi energetici, in modo da fronteggiare il caro bollette e contrastare l’aumento dei prezzi dei generi alimentari. Unicoop è la prima azienda della grande distribuzione italiana a intervenire con azioni del genere, in modo da tutelare i consumatori".

Quali saranno queste azioni?

"Il piano si divide in una parte passiva e in una attiva. Per la prima prevediamo per esempio la riduzione dell’orario di funzionamento degli impianti di condizionamento, lo spegnimento delle insegne e delle apparecchiature non necessarie dopo la chiusura dei punti vendita, l’uso di lampade a Led, l’abbassamento dell’intensità delle luci in alcuni momenti della giornata, la chiusura delle porte di ingresso per evitare dispersioni termiche, l’interruzione durante le ore notturne del riciclo dell’aria, l’efficientamento dell’utilizzo celle e banchi frigoriferi, così come degli elettrodomestici in dotazione. In questo modo ridurremo i consumi energetici di circa un milione di kWh in un anno. Stiamo anche valutando di abbassare le temperature dei negozi di circa un grado: riducendo così i consumi del 4%".

In cosa consiste invece la parte attiva?

"In azioni per produrre elettricità con pannelli fotovoltaici su tutti i tetti che permettono l’installazione. Al momento, oltre agli impianti presenti da tempo, ne abbiamo dieci lanciati lo scorso anno e che dovrebbero a breve coprire circa l’1,5% dei nostri consumi annui. L’obbiettivo è andare avanti, anche se in questo periodo ci sono grossi ritardi sulle consegne dei pannelli. Abbiamo anche il progetto di un parco agri-voltaico, a Livorno, che unirà la produzione di culture idroponiche a grandi superfici dotate di pannelli. Una volta realizzato il parco coprirà circa il 35% del nostro fabbisogno energetico: arriveremo così, entro il 2024, ad abbattere la nostra impronta del 50%".

Questo inciderà sui prezzi finali?

"Assolutamente sì. Nel 2021 Unicoop Tirreno ha avuto un fatturato di 852 milioni di fatturato. Nel 2016 consumava 16 milioni di euro di prodotti energetici. Nel 2021 eravamo scesi a 9 milioni; nel 2022 siamo risaliti a quasi a 20 milioni e ci domandiamo cosa accadrà nel 2023. Se arrivassimo a 30-40 milioni di euro, vorrebbe dire aver triplicato i costi rispetto al 2016, con inevitabili ripercussioni sui prezzi. Oltretutto la grande distribuzione non è stata inserita nel comparto energivoro e non ha alcuno sconto sulle bollette".

Oltre al fronte energetico state portando avanti altre azioni per ridurre sprechi e consumi?

"Da tempo abbiamo intrapreso un percorso per ridurre l’impatto ambientale. Abbiamo lavorato sugli imballi per rendere più semplice riciclarli. Siamo stati la prima catena a togliere le plastiche monouso per piatti e stoviglie di plastica. Abbiamo quasi del tutto eliminato le cassette di polistirolo nelle pescherie e nell’ortofrutta, sostituendole con cassette riutilizzabili. Oltre ai consumi di energia, abbiamo ridotto quelli di acqua e i rifiuti prodotti. Abbiamo ammodernato i punti vendita, rendendoli più sostenibili dal punto di vista energetico, installando anche sistemi di controllo dell’efficienza energetica per monitorare da remoto macchinari, impianti frigo e di condizionamento, e colonnine per la ricarica di veicoli elettici".

Come sostenete il territorio?

"Anzitutto sostenendo le aziende locali. Abbiamo oltre 700 produttori locali con 10mila codici prodotto per un valore di 312 milioni di euro su 830 milioni totali. In pratica, un terzo del nostro giro affari deriva da produttori locali. Un altro terzo è costituito dai prodotti a marchio Coop, sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, nei quali riusciamo a scegliere anche l’imballaggio".