Tecnologia e giovani talenti La Torre Zucchetti guarda lontano

Migration

LA TORRE ZUCCHETTI non è "soltanto" un grattacielo di 60 metri che domina Lodi, rendendo visibile il concetto di innovazione attraverso un’idea architettonica coraggiosa e l’applicazione di tecnologie sofisticate per l’efficienza energetica. Il quartier generale del gruppo Zucchetti è soprattutto un luogo da cui si può guardare lontano, molto lontano. Dalla pianura padana al mondo intero. Perché questa è la storia (rara avis) di una software house italiana fondata a Lodi nel 1978 e che oggi rappresenta un punto di riferimento internazionale, in virtù della capacità di ideare e produrre soluzioni tecnologiche avanzate per professionisti e piccoli imprenditori in un processo di "innovazione continua".

L’innovazione a servizio di tutti, potremmo dire con un facile slogan. Tutto nasce dallo studio di un commercialista lodigiano. A metà degli anni Settanta Domenico Zucchetti, per tutti Mino, ha un’intuizione fondamentale: per primo in Italia realizza un software capace di gestire le dichiarazioni dei redditi in modo automatizzato, per dare un vantaggio competitivo al suo studio professionale. Quando capisce che quel software sarebbe diventato indispensabile per ogni commercialista, fonda l’azienda Zucchetti per commercializzarlo a livello nazionale. Oggi il gruppo Zucchetti è gestito dai figli Alessandro e Cristina (foto), che l’hanno portato in pochi anni da 1.700 a più di 7.000 dipendenti di cui ben duemila dedicati alle attività di ricerca e sviluppo. Fattura più di 1 miliardo di euro, è leader di mercato a livello nazionale e vanta oltre 700.000 clienti tra aziende e professionisti in tutto il mondo. La famiglia Zucchetti è protagonista oggi, infatti, di una rapida strategia di crescita a livello internazionale: attualmente il gruppo è presente in 50 Paesi e presidia con società proprie Austria, Brasile, Bulgaria, Francia, Germania, Romania, Spagna, Svizzera, UK e Stati Uniti. In questa crescita fondata sull’innovazione c’è un aspetto particolarmente interessante delle strategie di Zucchetti, che mi piace sottolineare perché è in grado di sfatare molti falsi miti del settore ICT: per realizzare un processo di "innovazione continua" gli investimenti in tecnologie sono necessari, ma non sufficienti.

Servono anche (soprattutto) investimenti, strategie, processi strutturati di generazione e attrazione di capitale umano. Perché a medio termine la spinta all’innovazione si esaurisce se viene a mancare il contributo decisivo di giovani talenti, da cercare sul mercato e da formare. "Vivaio dei Talenti" è l’iniziativa ad hoc lanciata da Zucchetti. Molto innovativo in quest’ambito è il progetto, realizzato dalla Corporate Academy aziendale in collaborazione con il Cefriel del Politecnico di Milano, che mira a formare una nuova figura professionale: il cosiddetto "ethical haker". È un professionista che ha il compito prevenire gli attacchi informatici, verificando la sicurezza dei sistemi IT ed effettuando test di rilevazione delle vulnerabilità: il suo obiettivo è quello di rendere i sistemi informatici più sicuri, efficienti e resilienti, garantendo la sicurezza dei dati elaborati.

www.francescodelzio.it [email protected]