Tappo ancorato alla bottiglia: 355.000 chili di plastica in meno

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GRANAROLO continua a guardare verso la sostenibilità. In ogni suo aspetto. Così come conferma il lancio del nuovo tappo agganciato alla bottiglia: nell’ottica del miglioramento continuo della ricerca e sviluppo sul packaging, il gruppo, presieduto da Gianpiero Calzolari (foto), ha lavorato nell’ultimo anno per intervenire sulle bottiglie del latte alto pastorizzato in Pet al fine di ridurre la grammatura del collo della preforma e del tappo che è stato, per l’appunto, ancorato alla bottiglia.

Presidente Calzolari, in cosa consiste quest’iniziativa?

"Il nostro impegno verso la sostenibilità è molto articolato. A partire dalla riduzione di plastica, così come conferma la nostra scelta di sostituire i vasetti di yogurt con contenitori di carta. Una decisione presa già l’anno scorso e che ci ha consentito di togliere dal mercato – e quindi anche dai rifiuti – duecento milioni di vasetti di plastica. Poi, abbiamo continuato a lavorare sulle diverse tipologie di confezioni, riducendo la grammatura della bottiglia o, come in questo caso, del tappo. Si tratta di un progetto costruito insieme al nostro fornitore: non è stato semplice, perché abbiamo dovuto ridurre il volume del materiale senza mettere in difficoltà il consumatore, ma siamo riusciti così ad anticipare la normativa del 2024 che imporrà, per l’appunto, l’ancoraggio del tappo alla stessa bottiglia".

Quali sono i benefici di questa scelta?

"Uno dei maggiori problemi è che, con grande frequenza, il tappo cade e si disperde. Così, purtroppo, la bottiglia viene recuperata – si spera attraverso una corretta gestione dei rifiuti – e i tappi, invece, no. Attraverso questa soluzione il problema verrà evitato".

Quanta plastica si riesce a risparmiare?

"Parliamo di un tappo che ha il 30% in meno di plastica. Grazie allo studio che c’è stato a monte, il consumatore potrà aprire e richiudere la bottiglia con grande facilità: ci vuole un po’ di attenzione iniziale per abituarsi, ma si tratta di una modalità molto intuitiva. Alla fine avremo un risparmio pari a 350mila chili di plastica in un anno, ovvero 537 tonnellate di Co2".

Un impegno significativo, insomma.

"Per facilitare la comprensione: questi numeri corrispondono al fabbisogno per l’illuminazione di un comune di 7mila abitanti. È chiaro che questo non risolva i problemi dell’ambiente, ma di bottiglie ne facciamo tante e lavorando su milioni di tappi, il risultato diventa molto significativo. È stato un lavoro di squadra che ci ha consentito di ottenere una buona performance. Non sono mancati infatti momenti di confronto, dove è stato fondamentale fare rete e pensare al progetto sotto più punti di vista".

La sostenibilità è un macrotema e per questo servono tanti interventi coordinati per raggiungere l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente. Granarolo è da sempre impegnata anche per ciò che riguarda il benessere animale: come operate nelle stalle per raggiungere questo obiettivo?

"La nostra è una volontà ben precisa. Intendiamo lavorare sul nostro ciclo produttivo, senza scorciatoie. Così, ci stiamo impegnando sia dal punto di vista industriale, sia sul sistema di lavorazione, per ridurre al minimo l’uso di energia. Non solo: contiamo 600 allevatori soci, e lavoriamo insieme per ridurre l’impatto ambientale. Allo stesso tempo, siamo impegnati affinché gli animali abbiano le migliori condizioni di vita nell’allevamento: disponibilità di aria pulita, foraggi buoni, acqua fresca e una serie di parametri che rispettiamo con attenzione. Alla fine, la stessa filosofia vale anche per noi umani: l’ambiente favorevole è un punto importante anche per la nostra salute. Fa bene all’animale – che vive bene e produce latte di migliore qualità – così come al consumatore e all’allevatore".

Cos’altro?

"Sotto questo punto di vista, abbiamo lanciato anche un ulteriore e importante progetto con la confederazione dei bieticoltori Cgbi, che vanta un’esperienza decennale sul biogas".

In cosa consiste?

"È un progetto in ottica di sostenibilità ed economia circolare, che vedrà la realizzazione di 10 nuovi impianti di biometano con lo scopo di ottenere energia pulita, ridurre i costi di trasformazione del latte e produrre fertilizzanti: ne abbiamo già inaugurato uno, ne inaugureremo un altro a fine marzo e continueremo a lavorare sui prossimi. Puntiamo a una sostenibilità a 360 gradi, così da provare tante pratiche, tutte volte a riscontrare molteplici benefici. Anche per questo stiamo lavorando sull’integrazione del verde nelle aziende, così come incentiveremo la piantumazione degli alberi, la vicinanza tra le stalle e gli alveari, perché come sappiamo le api sono i primi testimoni di un ambiente in equilibrio. È un impegno continuo e soprattutto su più fronti. Pensiamo anche alla sostenibilità non solo economica o ambientale, ma anche sociale. Per esempio con il progetto Allattami, realizzato in collaborazione con il Policlinico di Sant’Orsola di Bologna e l’associazione Il Cucciolo, per donare latte umano a neonati prematuri e ricoverati in terapia intensiva neonatale".