SPREAD BTP-BUND oltre quota 230 come non si vedeva dal maggio pandemico del 2020, prima che Europa e Bce (nella foto a destra, la presidente Christine Lagarde) aprissero l’ombrello protettivo sul nostro Paese. Ora, mentre la pioggia è appena cominciata a scendere e prima ancora che quell’ombrello venga definitivamente chiuso, la nostra solidità finanziaria viene nuovamente messa in dubbio. Insomma, è tornato il ‘rischio Italia’. Giovedì la Bce ha annunciato la fine degli acquisti straordinaria di titoli di Stato a partire del primo luglio. I tassi saliranno, lentamente ma stabilmente, a partire da settembre. Finisce un’era, quella della politica monetaria definita ‘accomodante’ o ‘espansiva’, che in questi anni difficili ha permesso all’Italia di non andare in default. A suo modo, una scelta obbligata da parte dell’Eurotower. L’inflazione in Europa ha infatti raggiunto livelli difficilmente sostenibili (nei Baltici è intorno al 15%) con una media che nell’eurozona è al 7,5%, lontana dall’obiettivo statuario della Bce (intorno al 2%). Poiché l’aumento dei prezzi non è dovuto ad un eccesso di domanda, come negli Stati Uniti, ma a problemi di offerta, questa stretta appare solo il primo passo di un’inversione nelle strategie di politica monetaria. Un problema per noi, visto che per effetto della risalita dei tassi cresce automaticamente il costo di mantenimento del debito pubblico, con i titoli decennali già oltre il 3,5%. Su uno stock di 2.800 miliardi di debito, il peso di questo aumento di interessi è enorme: oltre 3 miliardi per ogni punto percentuale di spread in più. Tra inflazione che sale ed economia che rallenta ci avviciniamo pericolosamente alla dannata stagflazione (inflazione con stagnazionerecessione), una condizione che in Europa riapre il solco tra forti e fragili. Tanto è vero che in molti si domandano se non sia in arrivo una nuova crisi dei debiti sovrani come nel 2011. ...
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