Mercoledì 24 Aprile 2024

Sofidel rilancia la sfida sui temi della sostenibilità

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IL GRUPPO Sofidel, tra i leader mondiali nella produzione di carta per uso igienico e domestico con sede a Porcari (Lucca), è in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e alla deforestazione. Anche quest’anno ha visto confermato il suo impegno da Cdp, tra le principali organizzazioni indipendenti di misurazione e rendicontazione delle performance ambientali a livello globale, posizionandosi nella fascia Leadership dei rating Climate Change 2022 e Forests 2022. L’ennesimo riconoscimento per Sofidel sui temi della sostenibilità soddisfa l’ad Luigi Lazzareschi (foto).

Cosa significa per un’azienda attiva in un settore storicamente ad alto impatto?

"Di sostenibilità si parla continuamente. Il problema è poter disporre di criteri di valutazione delle attività attendibili. I rating di sostenibilità, come CDP, EcoVadis, Morningstar Sustainalytics, sono strumenti utili e sofisticati di rendicontazione che certificano la capacità di un’azienda di gestire i rischi ambientali, sociali e di governance rendendo più facilmente comunicabili e comparabili le strategie e i risultati. Un modo anche per combattere il greenwashing e le pratiche di dumping ambientale e sociale. È importante veder valutato e riconosciuto il nostro lavoro e rendere pubblici, in modo trasparente, attraverso queste piattaforme, gli obiettivi conseguiti".

A che punto siete del vostro percorso di riduzione delle emissioni?

"In una fase impegnativa. Per raggiungere i nostri target, approvati da Science Based Targets initiative (SBTi) come coerenti con le riduzioni necessarie a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, come previsto dall’Accordo di Parigi, stiamo lavorando sull’incremento dell’utilizzo di energie rinnovabili - applicando una strategia multi-opzione, legata ai contesti legislativi, infrastrutturali, climatici e ambientali dei Paesi dove siamo attivi - e sul coinvolgimento della nostra catena di fornitura. In Italia nel 2022 abbiamo prodotto l’equivalente di circa 150milioni di rotoloni di carta igienica grazie all’energia eolica".

Cosa comporta, in termini economici, una politica aziendale a tutela della sostenibilità?

"L’integrazione della sostenibilità nel processo di creazione di valore impatta a tutti i livelli. Negli ultimi 5 anni abbiamo investito oltre 1 miliardo di euro per aumentare l’efficienza energetica, costruire stabilimenti con elevati standard ambientali e introdurre nuove tecnologie e processi innovativi".

E quanto ripaga?

"Molto. Il discrimine è fra avere o non avere un domani. All’inizio del nostro percorso ci siamo dati obiettivi economici, ambientali e sociali di medio-lungo termine. Che abbiamo in gran parte raggiunto, in alcuni casi superato. Per noi la sostenibilità è un fattore abilitante, un potente catalizzatore di sviluppo competitivo, un lievito di maturazione culturale. Ha significato acquisire sensibilità ambientali e sociali che aiutano a comprendere meglio gli scenari e a rispondere in modo più adeguato alle sfide di questi anni complessi. Molto lo dobbiamo alla scelta compiuta più di 15 anni fa, con l’adesione al programma internazionale WWF Climate Savers, di investire in sostenibilità".

La politica ‘green’ ha ormai una grande diffusione. Quanta consapevolezza reale c’è e quanto ancora c’è da fare?

"Esperienze come la pandemia, la guerra in Europa, la crisi energetica, i fenomeni distorsivi generati da catene di fornitura troppo lunghe, hanno comportato uno scatto di consapevolezza a tutti i livelli. Il nostro è un tempo di incertezza e instabilità, ma il ‘cambiamento trasformativo’ è in corso e credo sia irreversibile. La partita vera sta nella sua gestione. La riconversione dei sistemi industriali, i costi sociali di questi processi, la ricerca di nuovi equilibri geopolitici, sono problemi grandi e interrelati. E’ impossibile dire di non sapere. Abbiamo bisogno di coraggio e di responsabilità. Di costruire, insieme, un’utopia concreta".