Martedì 23 Aprile 2024

"Pasta Luciana Mosconi, trent’anni di eccellenza"

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RUVIDA, TENACE e marchigiana. Dalla frase di Manfredo Pennazzi "tutti dovrebbero sentire quant’è buona questa pasta" sono passati 30 anni. E negli ultimi tre decenni, segnati da una forte crescita ed investimenti, aspetti chiave come unicità ed eccellenza si presentano ancora oggi quali strumenti imprescindibili su cui puntare per valorizzare a pieno il territorio. ‘Luciana Mosconi’, oggi, non è solo un punto di riferimento nel settore della pasta, ma un vero e proprio gruppo multibrand marchigiano, con la propria regione nel cuore come punto di partenza ed il mondo, invece, come obiettivo.

Marcello Pennazzi, amministratore delegato ‘Luciana Mosconi’, riavvolgiamo il nastro. Qual è stato l’inizio di questo percorso?

"Oggi vediamo un’azienda che continua a crescere nel tempo, ma dietro le quinte si nasconde una storia, quasi una favola, che vede come protagonista una realtà che ha compiuto i primi passi quando ancora si muoveva in un limitato perimetro. Era il giugno del 1992: mio padre ed io, che venivamo dal mondo commerciale e agroalimentare, abbiamo avuto l’occasione di imbatterci nei prodotti della signora Luciana Mosconi e nel suo negozio di pasta fresca a Matelica. Ci siamo innamorati della sua qualità, soprattutto delle tagliatelle…"

E poi?

"Assaggio dopo assaggio, abbiamo deciso di unire un’anima commerciale, dotata di una lungimiranza strategica, ad un’anima più tecnica e produttiva per realizzare così un prodotto di alta qualità. Le nostre famiglie si sono fin da subito trovate bene, ed il percorso si è concretizzato attraverso numerose tappe salienti".

Quali?

"Dapprima una crescita nella nostra regione, e poi nei territori limitrofi. Alla fine del millennio scorso, poi, è nata la necessità di ampliarci e costruire un nuovo stabilimento di proprietà Luciana Mosconi, inaugurato nel 2000, con i primi 3.500 metri coperti e una produzione che si afferma sempre più anche fuori dai confini regionali, poi è rapidamente raddoppiata per quelle che sono esigenze di carattere commerciale e di servizio nei confronti dei clienti in Italia e all’estero. Oggi Luciana Mosconi è il quinto brand del settore nel nostro Paese, e continua a rinnovarsi in un percorso che non dimentica mai la propria tradizione".

Quali sono gli aspetti su cui puntare maggiormente per realizzare un prodotto di alta qualità?

"Il nostro obiettivo continua ad essere quello di riportare in una logica industriale la qualità artigianale. Come la scelta delle migliori materie prime, ad esempio la semola di grano duro 100% italiana, con valori proteici interessanti e le uova fresche che vengono consegnate tutti i giorni in azienda. Ma anche lavorazioni esclusive con macchine brevettate da noi per rendere questo prodotto il più possibile vicino a quello fatto in casa. Si tratta di un’operazione che è sì riuscita bene, ma questo grazie alla fatica in termini produttivi e di costi da non dimenticare: dalle lavorazioni discontinue, agli impasti a doppie fasi affinché le materie prime si amalgamassero in maniera efficace, fino alla lavorazione della sfoglia a freddo senza stress termici per non intaccare il glutine della pasta e ottenere un prodotto tenace e resistente in cottura".

Poi, l’introduzione di una sfoglia molto ruvida e porosa.

"Esattamente. Il difetto della pasta all’uovo è sempre stato quello di essere troppo ‘liscia’ e di non abbracciare bene il sugo. Noi, invece, abbiamo studiato degli appositi macchinari e siamo riusciti così a rendere il prodotto ruvido, in modo tale che riesca ad assorbire le salse nel tessuto della pasta: una chiave di volta che abbiamo raccontato e portato avanti per tutti questi anni. E i risultati si possono vedere".

Qual è il livello di produzione?

"Produciamo quasi 500 quintali di pasta secca all’uovo al giorno nello stabilimento di Matelica: siamo diventati leader della fascia premium, ma anche leader di mercato tout court: nelle aree italiane dove la cultura della pasta all’uovo assume grande importanza, siamo un punto di riferimento. Così ci siamo affermati come marca distintiva sia in termini di posizionamento sia in termini di qualità differenti, che il consumatore continua ancora oggi ad apprezzare con grande entusiasmo".

Trent’anni sono passati. Che augurio vi fate per i prossimi decenni?

"In questa fase è difficile guardare lontano, visto il periodo complicato dovuto soprattutto agli aumenti delle materie prime. Per i prossimi trent’anni, però, intendiamo affermarci sempre di più come polo agroalimentare ed enogastronomico, non solo come azienda, del territorio marchigiano. Abbiamo da poco compiuto questo grande traguardo, e vogliamo già guardare avanti con lo stesso entusiasmo che ci ha sempre trasportato verso gli orizzonti futuri: dopo due anni dall’avvio, l’azienda fatturava cinquecento milioni di lire mentre quest’anno sfiorerà i quaranta milioni di euro. Siamo partiti dal nulla e, con grande slancio, ora possiamo collezionare risultati di cui andare orgogliosi: dalla riconoscibilità della marca, fino all’empatia dimostrata dai nostri clienti, che sono affezionati ai nostri prodotti. Questo ha dato un senso al percorso portato avanti negli ultimi trent’anni".