Giovedì 25 Aprile 2024

NUOVO POLO, MENARINI SCEGLIE L’ITALIA

Migration

E’ IL DICIOTTESIMO stabilimento, l’ultimo in fase di costruzione, messo in cantiere durante il lockdown. E forse per questo è uno degli stabilimenti più cari, perché rappresenta un atto di fiducia, di speranza, di ottimismo. Un gesto d’amore per il territorio. Lo hanno spiegato così Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini, l’investimento da 150 milioni di euro avviato a Sesto Fiorentino, nell’area dell’ex Longinotti. Un polo produttivo, su un’area dismessa di 100mila metri quadrati, che porterà lavoro a 600 persone, tra dirette e indirette, e che darà un importante contributo al rilancio della regione.

E ora che il progetto alle porte di Firenze viaggia spedito, ecco la conferma dell’impegno: "Non sarà soltanto un bellissimo stabilimento, anche se sarà il più moderno e uno dei più grandi del gruppo – spiegano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti –, ma marcherà la voglia dell’Italia di ricominciare a correre. Abbiamo preso una decisione di cuore, condivisa con il Cda: privilegiare il nostro Paese, e farlo subito, con un investimento di 150 milioni che dia immediatamente un contributo all’economia e all’occupazione".

E’ stata accantonata insomma la scelta di una delocalizzazione internazionale, economicamente più attrattiva, per privilegiare l’Italia. Ma accanto all’entusiasmo, non mancano le riflessioni per un progetto che è nato e proseguito senza compagni di viaggio e senza alcun supporto e sostegno istituzionale, sopratutto in un momento in cui le aziende continuano a lasciare il Paese, più che ad arrivare: "Di fronte a un impegno così grande, con tanta amarezza, devo dire che al di là di tante pacche sulle spalle, non abbiamo ricevuto nessun contributo pubblico – afferma Lucia Aleotti –. A differenza di tante aziende che delocalizzano le loro produzioni, Menarini ha scelto di investire in Italia e di creare nuovi posti di lavoro in Toscana. Il paradosso è che lo Stato non supporta minimamente chi decide di restare e scommettere sul nostro territorio". Ma il progetto va avanti, con la previsione di terminare i lavori a fine 2024: "Siamo un’azienda italiana e siamo orgogliosi di esserlo - hanno aggiunto –. Qui produrremo farmaci che sono l’essenza del Gruppo Menarini, utilizzati ogni giorno da decine di milioni di pazienti in Italia e all’estero".

Il piano prevede la realizzazione di uno stabilimento di smart manufacturing, con tecnologie produttive innovative e sistemi di automazione e digitalizzazione in linea con il programma Industry 4.0 con importanti obiettivi di sostenibilità ambientale. L’impianto avrà una capacità produttiva annua di circa 100 milioni di confezioni corrispondenti a circa 3 miliardi di compresse. Saranno farmaci orali, prevalentemente dell’area cardiovascolare, ma anche metabolismo e allergie. Come negli altri stabilimenti del gruppo Menarini, anche in questo sito verranno prodotti farmaci utilizzati ogni giorno da decine di milioni di pazienti in tutto il mondo. La mortalità per malattie cardiovascolari, infatti, è la principale causa di morte in Italia, con 230mila decessi all’anno tra ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari.