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NEL 2021 l’Italia conferma il suo trend positivo come destinazione di iniziative di investimento da parte di imprese estere, con la realizzazione di 207 progetti di investimenti diretti esteri (Ide). Questo risultato segna una crescita annua dell’83%, dato superiore rispetto a quello registrato in tutti gli altri Paesi europei. Tuttavia, con una quota di mercato del 3,5% – in aumento rispetto al 2% del 2020 – l’Italia si posiziona ancora a distanza dai principali attrattori di Ide in Europa, ovvero Francia (21%), Regno Unito (17%) e Germania (14%). È quanto emerge dall’EY Europe Attractiveness Survey 2022, ricerca annuale che analizza l’andamento degli investimenti diretti esteri in Europa e le percezioni dei player internazionali con l’obiettivo di indagare il livello di attrattività di ciascun Paese e individuare i principali driver d’investimento futuri. "L’Italia scala posizioni in termini di attrazione di investimenti esteri, posizionandosi nel 2021, per la prima volta dopo molto tempo, tra i primi 10 Paesi europei per numero di progetti di Ide – commenta Massimo Antonelli (in alto), Ceo EY Italy e Coo EY Europe West –. Dopo l’incremento degli investimenti registrato nel difficile anno della pandemia, il 2021 conferma il trend di crescita, con un segnale positivo di fiducia nelle prospettive di rafforzamento dell’economia italiana, legato anche al piano pluriennale di riforme perseguito dal Governo Draghi a partire da febbraio 2021. Rispetto alla dimensione e rilevanza dell’economia nazionale, la porzione degli investimenti diretti esteri destinati al nostro Paese può crescere ancora molto. Sarà fondamentale continuare a intervenire su alcuni ostacoli di sistema legati perlopiù all’incertezza regolatoria e alla capacità della Giustizia di dirimere le dispute in tempi ragionevoli. Siamo sulla buona strada, come indicano i dati, ma è fondamentale che Governo, aziende e persone continuino a lavorare in sinergia per mantenere la fiducia e la credibilità del Paese, anche grazie ai fondi del PNRR".

Ad attrarre la maggior parte degli investimenti esteri in Italia nel 2021 sono stati il settore software e servizi IT (con il 15% degli Ide totali dell’anno), i trasporti e la logistica (14%) e i servizi B2B (12%). In crescita rispetto al 2020 soprattutto gli investimenti nel comparto agroalimentare e beni di consumo (+214% di numero di Ide) e macchinari e attrezzature (+233%). In calo l’attrattività del settore elettronica (-25%) e tlc (-57%).

Si conferma anche nel 2021 il trend dell’anno precedente che vede gli investimenti in Italia arrivare principalmente dagli Stati Uniti (28% del totale annuo), seguiti dalla Germania (17%), la cui relazione con il nostro Paese si rafforza superando la Francia (12%) e il Regno Unito (7%). Si registra invece una flessione del 50% rispetto al 2020 degli investimenti provenienti dalla Cina. Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse sul territorio,la quota prevalente è nel Nord-Ovest (54%) e nel Nord-Est (21%), che supera il Centro Italia, passato dal 24% dei progetti nel 2020 al 15% nell’ultimo anno. Positiva la crescita degli investimenti destinati al Meridione (dal 4% al 10%), nonostante rimanga ancora un consistente divario rispetto al resto del Paese.