CHEF, astronauta o calciatore? Trasformare le proprie passioni in un lavoro capace di generale fonti di reddito è il sogno di tanti, fin da bambini. Oggi però, in particolare grazie alle nuove piattaforme di monetizzazione, il sogno diventa sempre più spesso realtà. Con la pandemia, infatti, la ‘passion economy’ ha accelerato in modo esponenziale, rafforzando lo spirito imprenditoriale degli italiani e accendendo la loro voglia di arricchire la vita lavorativa. Secondo i dati di Infocamere e Mef, nel 2021 la creazione di società in Italia ha superato i livelli pre-pandemia, con 4.216 startup costituite, il 25% in più rispetto al 2020. Ma soprattutto sono state aperte 549.500 nuove partite Iva, con un incremento del 18,2% sull’anno precedente. Per far luce sul peso dell’economia della passione, Vista ha elaborato uno studio che dimostra come il 92% degli italiani ha convertito o vuole convertire il proprio hobby in un’attività parallela. Il 13% dichiara che nell’ultimo anno ha rassegnato le dimissioni dal posto di lavoro a tempo indeterminato per dedicarsi pienamente alla propria passione, mentre un altro 16% afferma di volerlo fare nei prossimi 12 mesi. In media, il 34% degli intervistati dichiara di dedicare circa 4 ore settimanali alla propria attività complementare, il 29% dalle 5 alle 9 ore. Il 56% afferma di lavorare al proprio progetto la sera, dopo il lavoro principale o nei fine settimana (51%). Quasi il 50%, però, ammette di aver paura di correre un rischio troppo elevato e afferma che, se dovesse avviare un’attività complementare, non saprebbe come iniziare. Tra chi ha già corso questo rischio c’è un equilibrio tra uomini (52,82%) e donne (47,18%), per lo più giovani, tra i 25 e i 34 anni (28%), seguiti dalla fascia di età tra i 35 e i 44 anni (21,8%). Tra gli intervistati che dichiarano di non ...
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