L’energia fa crescere le start-up innovative Lombardia in testa

Migration

IN ITALIA la crescita di start-up avviene a un ritmo esponenziale: +170% rispetto al 2015 e 14.548 nuove imprese registrate a maggio 2022. A fine 2021, quelle specializzate in attività energetiche risultano essere poco meno di 2.000, ovvero il 14,73% del totale, presentando un tasso di incremento medio annuo del 23,9%, maggiore rispetto a tutte le altre (18%). Con un fatturato di oltre 6,2 miliardi di euro, quella delle start-up è una porzione dell’economia non affatto trascurabile. La regione più fertile per numero di imprese innovative è la Lombardia con 3.562 start-up (+11% rispetto al 2020). È la sintesi del rapporto annuale sull’innovazione energetica dell’Istituto per la Competitività (I-Com) presieduto dall’economista Stefano da Empoli (nella foto in basso).

Lo studio – dal titolo "Energia. Le ricette dell’innovazione per un menù da riscrivere" – è stato presentato a Roma nel corso di un convegno pubblico al quale hanno preso parte più di 60 relatori. Il rapporto, alla quattordicesima edizione, è stato curato da Antonio Sileo, sviluppato in partnership con a2a, Acquirente Unico, Assogasmetano, Elettricità Futura, Enel, Federchimica-Assogasliquidi, Proxigas, RWE, Unem, Utilitalia e in media partnership con QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno. Fra le regioni più innovative, dopo la Lombardia, si posizionano Lazio (1.648 start-up, +18% su base annua) e Campania (1.273; +18%). Un podio che, per quel che riguarda l’ambito energetico, vede come unica modifica il sorpasso della Campania sul Lazio al secondo posto.

Restano alcuni importanti limiti strutturali: la stragrande maggioranza delle start-up fattura meno di 500 mila euro e solo in pochissimi casi la forza lavoro impiegata supera dieci addetti. L’Italia è però fanalino di coda sui brevetti nel settore energetico. Nonostante un aumento medio del 2,6% tra il 2010 e il 2020, il nostro Paese passa dal rappresentare l’1% (572 brevetti) allo 0,7% (739 brevetti) del totale nelle tecnologie energetiche, stesso peso dello scorso anno (con 715 domande). Anche nel confronto con gli altri Paesi europei la Penisola figura ultima per crescita decennale: il Regno Unito presenta un tasso annuo medio di crescita dell’8,1%, Germania e dalla Francia 6% e il 6,1%, la Spagna 3,3%. Il nostro Paese però si fa notare con un impegno importante nel settore ibrido, che da solo copre il 33% dell’attività brevettuale nazionale nel campo della mobilità.

Annamaria Lazzari