Mercoledì 24 Aprile 2024

"Lavoriamo sui talenti da esportazione"

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"NEL NOSTRO MONDO della musica ci sono tante eccellenze", ammette Silvio “Titti” Santini parlando sistema del live italiano. "Sul mercato internazionale scontiamo sicuramente, però, il fattore linguistico e uno scarso supporto alla diffusione. Dovremmo, infatti, imparare a crescere di più, adottando magari misure promozionali come quelle che adottano in Francia supportando e valorizzando le proprie produzioni a prescindere dal fatto che il prodotto da esportare sia poi nazionale o no. Ludovico Einaudi (nella foto sotto) rappresenta una grossa eccellenza italiana da esportazione. Lavoriamo assieme da una venticinquina di anni", dice il managing director di Ponderosa Music & Arts. "Nel 2022 abbiamo in calendario oltre 60 date in tutto il mondo. L’Italia rappresenta circa del 10 per cento del live globale di Einaudi. Lavorando ovunque, infatti, cerchiamo di non saturare il mercato di casa. Questo fa sì che ogni suo tour registri una risposta immediata. In questo momento, Ludovico è il nostro artista di punta e, a seconda degli anni, le sue attività possono arrivare ad incidere anche sul 40-50% del nostro bilancio".

Emblematici, al proposito, i quindici concerti che Einaudi ha in calendario a dicembre sul palco del Dal Verme di Milano. "Alla fine totalizzeremo 20 mila spettatori – dice Santini –. I dati di prevendita dicono che circa il 30% viene dall’estero, il 40% da fuori regione e il restante 30% dalla Lombardia, questo significa circa 14 mila persone passeranno almeno una notte a Milano con relativa ricaduta economica sulla città per quel che riguarda alberghi, ristoranti, mezzi di trasporto". Il live, insomma, funziona anche se il Paese continua a soffrire una carenza di luoghi deputati. "Da noi mancano impianti attrezzati perché si senta bene, si veda bene e ci si possa godere la musica", rileva Santini. "Spazi moderni in cui si possa fare una programmazione articolata in stile Barbican. Se invece di dare sovvenzioni a pioggia si investisse nelle strutture, il sistema culturale del Paese riuscirebbe a dotarsi di centri produttivi capaci di autoalimentarsi. Quello che accade un po’ a Roma grazie all’Auditorium Parco della Musica, ma che non trova riferimenti nelle altre regioni".

Andrea Spinelli