Venerdì 19 Aprile 2024

La fuga dal carbone? una chanche Made in Italy

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LE CENTRALI A CARBONE hanno ancora un ruolo significativo in Italia. Il sistema elettrico nazionale conta su quasi 6 gigawatt di capacità di generazione da carbone distribuiti su sette centrali, circa il 10% della capacità termoelettrica totale, come illustra Terna. Il Piano nazionale energia clima prevede la loro dismissione entro il 2025, ma non sarà un passaggio semplice, evidenzia la stessa Terna, perché il carbone "fornisce un contributo determinante alla copertura dei picchi di carico". Lo sviluppo delle rinnovabili e degli accumuli già autorizzati non basterà, secondo Terna, per colmare il gap. L’Italia dovrebbe quindi spingere di più sulle fonti rinnovabili e su tecnologie di stoccaggio adatte a sostituire il ruolo stabilizzatore del carbone.

Qui entra in scena l‘industria italiana, che punta al mercato degli accumuli termici, previsto in forte crescita nei prossimi anni. Magaldi Green Energy, startup di Magaldi Power, top player mondiale negli impianti per il trasporto di materiali ad altissime temperature, si candida come punto di riferimento italiano per l‘accumulo termico di lunga durata. La sua tecnologia Magaldi Green Thermal Energy Storage "è basata su un letto di sabbia fluidizzato", spiega la vicepresidente Letizia Magaldi (a destra). Il sistema, nato nell‘ambito della sperimentazione su un impianto solare a concentrazione installato a Milazzo, ora si è evoluto per immagazzinare energia rinnovabile anche dalla rete e sarebbe perfettamente compatibile con le funzioni di una centrale a carbone. La "batteria di sabbia" può restare carica anche per settimane con perdite minime e ha tempi rapidi di risposta quando si tratta di cedere energia alla rete, in caso di picco dei consumi. "Il sistema ha raggiunto un’elevata maturità tecnologica e stiamo già realizzando il primo modulo industriale nel nostro stabilimento di Salerno", precisa Magaldi. L‘idea è di candidarsi presso le utilities dovunque sia richiesto un sistema di stoccaggio termico. In Italia, l‘opportunità per applicare questa tecnologia si potrebbe presentare nell‘ambito della riconversione della centrale Enel di Civitavecchia. Qui è stato appena lanciato un grande progetto di eolico offshore con 270 turbine, che avrebbe bisogno di un accumulo per produrre energia al meglio.

Luigi Severini, che ha già firmato il progetto del primo parco eolico offshore del Mediterraneo, in fase avanzata di realizzazione nel porto di Taranto, ora lancia l‘idea di trasformare Civitavecchia in un hub dell‘energia rinnovabile, sfruttando i venti costanti che soffiano a 30 chilometri dalla costa e la presenza della grande centrale a carbone, da riconvertire in una "batteria di sabbia". Sposare gli impianti esistenti con la tecnologia innovativa di Magaldi Green Power "è un connubio che potrebbe rappresentare il primo passo per una riqualificazione del territorio, nello spirito del Green Deal europeo", ragiona Severini. Magaldi, naturalmente, non si tira indietro: "Riuscire a conservare in modo efficiente e duraturo l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili ci fa compiere un passo importante in direzione di una progressiva decarbonizzazione del sistema industriale".