"Il sistema fieristico esce, paradossalmente, rafforzato dal Covid e noi non facciamo eccezione. Crediamo nelle alleanze industriali tra quartieri fieristici per valorizzare le competenze organizzative. La proposta elaborata da management e advisor di Parma e Milano va esattamente in questa direzione e potrebbe diventare un modello anche per altri". Parola di Antonio Celli, ad di Fiere di Parma e uno degli artefici di questo piccolo fenomeno emiliano. Come avete assorbito l’urto della pandemia? "È il frutto di un’azione sistemica tra il Governo, intervenuto con ristori tempestivi (attraverso Simest), il supporto strategico, grazie ad ItaIce, e l’Aefi. Per Parma: essenziali la diversificazione digitale iniziata 4 anni fa e il grande impianto fotovoltaico che da 10 anni ci permette di generare valore economico e ambientale. Si tratta di un impianto da 7,3 MW, totalmente progettato e gestito in house dalla nostra direzione tecnica. Ci ha permesso di abbattere i costi, ma ci ha anche trasformato in produttori di energia pulita, la cui necessità mai come ora appare inderogabile". Un ruolo essenziale le controllate digital. "Sì rappresentano uno strumento preziosissimo. Penso ad esempio la Bolognese AntoAntico.com – acquisita nel 2018 – e il suo spin off Mercanteinfiera.com: grazie alle vetrine on line permanenti offerte ai nostri espositori – ma non solo - abbiamo tenuto in vita la nostra community mondiale di operatori e collezionisti nonostante il virus ci abbia costretto a cancellare 2 edizioni di Mercante in Fiera". Parliamo del bilancio. "Chiudiamo il 2021 avendo azzerato l’indebitamento – pur avendo investito 110 milioni di Euro negli ultimi 12 anni – e 5,5 milioni di Utile prima delle imposte. Nel 2022 prevediamo di tornare già ai livelli di redditività pre-Covid ovvero circa 9 milioni di Ebitda". Quali sono le nuove sfide per il futuro? "Intendiamo puntare sull’ulteriore sviluppo del meccano-alimentare, penso ad esempio a ...
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