Giovedì 18 Aprile 2024

"Il segreto del successo è restare un’azienda familiare"

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UNA STORIA INDUSTRIALE che dura con successo da oltre cinquant’anni. E i cui ingredienti sono la proprietà e la gestione familiare dell’azienda e il saper fare bene i salumi. In particolare il prosciutto cotto, fiore all’occhiello del Salumificio Fratelli Riva di Molteno, in provincia di Lecco. Fondato nel 1969, il nome Fratelli non è rimasto solo nella ragione sociale del Salumificio ma nei fatti. Perché a guidare l’azienda oggi è la seconda generazione della famiglia – i figli del co-fondatore Umberto – e quindi quattro fratelli, Giuseppe, amministratore delegato, con le sorelle Letizia e Chiara e il fratello Enrico. Una guida che ha proseguito nel percorso di crescita del Salumificio affiancando al prodotto di punta, il prosciutto cotto, che rappresenta ancora oltre la metà dei ricavi (105 milioni nel 2022) una gamma di altri salumi (come coppa, bresaola, mortadella, speck) e soprattutto le linee degli affettati di alta qualità realizzati con le carni avicole (pollo e tacchino) rispondendo alle nuove, e crescenti richieste, dei consumatori che preferiscono prodotti salutistici e leggeri.

Consumatori che dopo la pandemia hanno dovuto fare i conti con la corsa dell’inflazione e quindi anche dei prezzi del carrello della spesa. "Gli effetti della crisi energetica e dell’aumento dei costi e l’incremento dei prezzi delle materie prime conseguenti la guerra in Ucraina – esordisce Giuseppe Riva – hanno posto il sistema dei produttori di salumi ed affettati di alta qualità davanti a nuove sfide in termini di sostenibilità economica del proprio modello di business. Per fronteggiarle occorre un approccio prudente e di dialogo con la Gdo. Solo investendo in prodotti che incontrino il gradimento del consumatore e una gestione condivisa del delicato tema degli aumenti sarà possibile mettere alle spalle una crisi, la terza per il settore, dopo la peste suina del 2019 e il Covid".

Quindi che 2022 è stato per il Salumificio Fratelli Riva?

"Un anno complicato che comunque siamo riusciti a chiudere positivamente con un aumento sia dei ricavi sia della quantità di prodotto lavorato, lasciando però un po’ di margine per strada. In pratica, proprio per il rapporto che abbiamo instaurato con le catene della grande distribuzione, rapporto di dialogo e non conflittuale, abbiamo rinunciato, condividendoli, a una parte degli aumenti dei listini imposti dai rincari dell’energia, delle materie prime ma anche di trasporti e packaging, riducendo la nostra marginalità in favore dei clienti".

E che 2023 vi aspettate?

"Per dire come andrà quest’anno bisognerebbe avere la sfera di cristallo. Purtroppo rimangono molte nubi all’orizzonte e l’impressione è che l’inflazione continuerà a rappresentare un problema però restiamo fiduciosi sulla nostra capacità di rimanere competitivi e di saper rispondere alle richieste dei consumatori che vedono la tenuta e la crescita di prodotti considerati salutistici come il prosciutto cotto e gli affettati di pollo e tacchino e l’aumento degli acquisti al banco dei freschi considerati più convenienti rispetto ai prodotti già confezionati in busta".

Questa nuova crisi non ha frenato la vostra crescita?

"Nel 2022 abbiamo fatto fronte a una serie di investimenti programmati nel 2021, per circa 4 milioni di euro, per un rinnovamento del nostro stabilimento di Molteno con l’introduzione di linee di produzione sempre più innovative e automatizzate. Parallelamente stiamo spingendo sui prodotti della linea avicola, pollo e tacchino di alta qualità affettati, che rappresentano a oggi il 13% del fatturato. Proprio la crescente richiesta del mercato di prodotti salutistici e light, di cui prosciutto cotto, pollo e tacchino sono le colonne portanti, che ha registrato un +20% anno su anno negli ultimi due anni, ci ha spinti alla creazione di nuovi flussi dedicati. E soprattutto al progetto, in fieri e del valore di circa 20 milioni di euro e che ha già avuto il parere positivo del Comune, di ampliare lo stabilimento di Molteno con ulteriori 12mila metri quadrati per incrementare la produzione di affettati da carni avicole".

Quali sono state le scelte vincenti oltre ad essere rimasti un’azienda familiare?

"L’essere un’impresa a guida familiare, significa poter avere una gestione attenta e flessibile. La nostra azienda ha perseguito, grazie al lavoro dei fondatori Luciano e Umberto prima e successivamente la sorella Mariagrazia, e poi di noi 4 figli di Umberto, una crescita sostenibile, ponendo al centro della sua missione non solo una sostenibile crescita economica ed occupazionale, ma anche la ricerca di prodotti e lavorazioni che fossero sempre più rispettosi dell’ambiente e della salute dei consumatori. La scelta intrapresa due anni fa di lanciare prodotti realizzati solo con carni di suini allevati senza l’utilizzo di terapie antibiotiche costituisce un punto di non ritorno per la nostra mission. Così come gli investimenti che stiamo sostenendo per utilizzare packaging sempre più eco-compatibili, con una riduzione dell’80% di plastica per alimenti e l’impiego di materiali riciclabili. Tutto questo richiede investimenti, così come nella formazione e nell’automazione produttiva, che affrontiamo con spalle solide e certi che la globalizzazione richiede continui miglioramenti".

Miglioramenti quindi all’insegna della sostenibilità?

"La sostenibilità oggi è un valore che deve far parte di un’azienda, a partire da chi opera come noi nel settore alimentare. Per questo, oltre a quanto già ricordato per la certificazione del prosciutto da suini allevati senza antibiotici, abbiamo investito molto sul risparmio energetico con l’installazione di impianti fotovoltaici e pompe di calore mentre siamo impegnati per riuscire quest’anno a presentare il nostro primo bilancio di sostenibilità".