Giovedì 18 Aprile 2024

Il primato delle micro e piccole aziende: nel creare lavoro sono le migliori in Europa

Il primato delle micro e piccole aziende: nel creare lavoro sono le migliori in Europa

Il primato delle micro e piccole aziende: nel creare lavoro sono le migliori in Europa

SONO STATE E RESTANO la spina dorsale dell’economia italiana. La cui resilienza, tra pandemia, crisi energetica ed effetti della guerra in Ucraina, fa leva proprio su un diffuso e performante sistema di micro e piccole imprese (le MPI, "taglia" aziendale che occupa fino a 49 addetti) che danno lavoro al 62,8% degli addetti dell’economia non agricola e non finanziaria, quota superiore di ben 14,3 punti percentuali rispetto alla media del 48,5% dell’Unione europea e nettamente più alta rispetto ai principali Paesi europei. La Spagna si attesta infatti sul 55,6%, la Germania sul 40,8% e la Francia sul 38,4%. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato, le micro e piccole imprese italiane hanno fronteggiato la crisi, mostrando capacità di creare occupazione e formare competenze, di aggredire i mercati internazionali e di investire in ricerca e sviluppo e in sostenibilità. Per quanto riguarda l’export, tra agosto 2021 e luglio 2022, le vendite all’estero nei settori a maggior concentrazione di MPI sono salite a 141,2 miliardi di euro, raggiungendo il massimo storico dell’8,3% del Pil. Alimentari, moda, mobili, legno, metalli sono i settori delle micro e piccole imprese che, nei primi sette mesi del 2022, segnano una crescita tendenziale del 5% dei volumi esportati, ampiamente superiore al più 0,9% della media dell’export italiano. Sul fronte degli investimenti in ricerca e sviluppo, i piccoli imprenditori hanno messo a segno un aumento del 60,1%, ben superiore al più 15,4% delle restanti imprese, ed equivalente a un tasso medio annuo del 9,9% mentre le altre aziende si fermano a un più 2,9%. Le micro e piccole imprese sono anche protagoniste della crescita della domanda di lavoro dipendente, in particolare per il lavoro stabile e l’apprendistato. Tra luglio 2021 e giugno 2022, le posizioni lavorative, cioè il saldo tra assunzioni e cessazioni del rapporto di lavoro, hanno fatto registrare il maggior aumento nelle microimprese (più 277mila) che rappresentano il 40,6% delle posizioni totali. Allargando lo sguardo alle micro e piccole imprese si osserva che tra luglio 2021 e giugno 2022, hanno creato il 71% dei nuovi posti di lavoro.

La maggiore diffusione dell’apprendistato nelle imprese artigiane si è rafforzata dopo la pandemia. Nel 2020 il 9,5% delle assunzioni nell’artigianato erano previste con contratto di apprendistato, superando la media del 6,8%. Nel 2021 il peso dell’apprendistato nell’artigianato è salito al 10,1%, una quota quasi doppia della media del 5,9%, con una accentuazione nel manifatturiero (11,8%). Forte anche la spinta dei piccoli imprenditori sul fronte green. In particolare, per garantire una maggiore efficienza nella gestione sostenibile delle risorse, l’85% delle micro, piccole e medie imprese italiane adotta misure per minimizzare gli sprechi, quota di 21 punti superiore alla media Ue. L’Italia, a pari merito con la Svezia, è il primo Paese per vocazione delle MPI alla riduzione degli sprechi, davanti a Spagna e Slovacchia (entrambe con l’82%). L’offerta di beni e servizi dell’economia circolare ha una specifica rilevanza nell’economia italiana. E rappresenta un cluster del sistema imprenditoriale ad alta vocazione artigiana, con il 71,4% delle imprese e il 47,6% dell’occupazione.

Achille Perego