"Honda, rivoluzione al traguardo Strada all’elettrico"

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HONDA ELETTRICA. MA SENZA ECCESSI ideologici e senza fanatismi, perché il vero obiettivo del brand giapponese è quello di soddisfare al meglio le esigenze del cliente. Ne è consapevole Simone Mattogno, direttore generale auto di Honda Motor Europe Italia. Formazione ingegneristica, da molti anni nel gruppo giapponese, è un osservatore disincantato e realista della complessa realtà automotive.

Come procede il processo di elettrificazione di Honda?

"Dal primo ottobre abbiamo messo sul mercato la Honda Civic Full Hybrid, un modello per noi storico che produciamo dal 1972 ed è giunto all’undicesima edizione. Con Civic si completa l’intera gamma Honda. Oggi tutte le nostre auto sono elettrificate e di qui in avanti, sul mercato europeo, non produrremo più i classici motori termici. Con una sola vistosa eccezione: la Civic Type R, un gioiello per appassionati, destinata anche alle competizioni, che avrà un classico cuore a benzina".

Rivoluzione completata: dunque si va a vele spiegate verso l’elettrico?

"La quote di mercato di benzina e Diesel calano velocemente, l’unico segmento che nel 2022 ha segnato una crescita importante è quello del full-hybrid: l’ibrido totale, quello che non ha bisogno di attaccarsi a una spina elettrica, garantisce lunghe percorrenze e cancella l’ansia da ricarica".

Quello progettato da Honda, poi, è un ibrido particolare, in qualche modo virtuoso.

"Nel nostro sistema montato su tutte le auto della gamma, il motore a benzina serve soprattutto per ricaricare il generatore elettrico. Per gran parte del percorso è proprio la parte elettrica a muovere le ruote dell’auto, con un conseguente taglio di emissioni e di consumi. Solo alle alte velocità stabili, come in autostrada, il motore termico si connette con gli assi".

E la vostra piccola elettrica, la ’Honda e’ a che tipo di cliente è rivolta?

"È una tipica citycar, tarata per i percorsi urbani. Ci ha dato molta soddisfazione vederla scegliere anche da una clientela matura e di alto profilo che la utilizza per percorrenze brevi e ne apprezza la ricerca tecnologica e i dettagli futuristici, come gli specchietti sostituiti da piccole telecamere".

Anche in tema di elettronica avete fatto passi avanti importanti in tutti i vostri modelli.

"Vero, ma in questo campo cerchiamo sempre di far valere il nostro motto “First man“, cioè per primo l’uomo, il guidatore con le sue esigenze. Per questo abbiamo creato software molto agili, facili da gestire, una elettronica a misura d’uomo. È inutile disporre di mille funzioni se poi ti arrendi prima di usarle".

Il marchio Honda conserva una forte impronta sportiva, è ancora questa la percezione fra il pubblico?

"Tecnologia e sportività sono per noi due punti di riferimento basilari. Da sempre siamo all’avanguardia nella produzione di motori, di tutti i tipi: dalla auto, alle moto, alle macchine da giardino, alle imbarcazioni. L’alto valore connesso al mondo dello sport non fa che rafforzare l’immagine del brand. I nostri propulsori sulle auto vincenti della Red Bull sono un bel richiamo per chiunque".

Ma il cliente medio per quali elementi si fidelizza? È vero che chi compra una Honda poi difficilmente cambia marchio?

"Come le dicevo, ci piace costruire le auto intorno all’uomo, rispondere alle esigenze del cliente consumatore, creare veicoli che trasmettano emozioni ma anche grande affidabilità. Le nostre automobili sono celebri per avere un alto valore residuo. Richiedono il minimo in fatto di manutenzione e gli elementi del motore e della carrozzeria difficilmente si deteriorano, non presentano difetti legati all’usura. E pure la parte elettronica ha valori elevati. Dopo 200 mila chilometri una nostra auto può essere rivenduta a ottimi prezzi, il valore residuo è molto alto. E da tempo offriamo ai nostri clienti 8 anni di garanzia a chilometraggio illimitato. Una buona ragione per venire da noi".

Uno dei punti dolenti del marchio erano i tempi di attesa per avere una nuova auto: com’è oggi la situazione?

"Con i problemi legati alle terre rare e alla produzione dei microchip, il mercato dell’auto non vive un momento facile. In più noi, nello specifico, abbiamo scontato i blocchi portuali di Taiwan per le conseguenze del Covid. Tutti fattori di grave instabilità per chi, come Honda, importa auto prodotte in Giappone che viaggiano sulle navi. Detto questo, per alcuni modelli molto cari ai nostri clienti, come Jazz e CR-V, i tempi di attesa non superano i tre mesi. Mi sembra un risultato notevole dato il momento".

Adesso puntate forte sull’ultima arrivata, la Honda Civic.

"Vista in anteprima, con il suo fascino sportivo, ha già ottenuto un buon successo. Fa parte di un segmento, quello delle berline, che non è proprio ai vertici nell’era dei Suv (vale il 6% del mercato) ma le risorse di Civic sono davvero notevoli. Oltre alle qualità motoristiche e alla perfetta tenuta di strada, ha un feeling Premium, interni molto curati e un ottimo rapporto qualità-prezzo. Anche per questo credo che la sceglieranno".

Che modelli avete in cantiere per il 2023?

"C’è molta carne al fuoco perché il mercato aspetta sempre novità. Arriverà un Suv medio completamente elettrico delle dimensioni dell’ H-RV; usciremo con una versione plug-in, cioè con alimentazione alla spina, del CR-V per quella clientela che vuole avere anche una percorrenza in solo elettrico. E poi lanceremo un nuovo Suv ibrido supersportivo da 4,50 metri. Si chiamerà Z-RV e sarà un modello del tutto nuovo in gamma. Una Honda che non si è mai vista".