Lunedì 22 Aprile 2024

Febbre da fan, un business Il merchandising si rialza

GLI OGGETTI FANNO COMUNICAZIONE. E la ripresa del mondo del live riporta nelle piazze e negli stadi pure i chioschi di magliette, bandane e cappelli. Fra le aziende in evidenza del settore c’è la Maxdevil di Novellara, all’opera da anni accanto ad artisti come Ligabue, Litfiba, Gianna Nannini, la coppia Pausini-Antonacci, Jovanotti e molti altri ancora. "Nel 2019 abbiamo fatturato 5 milioni di euro, che la pandemia ha ridotto a uno, quest’anno recuperiamo circa il 50% e per il 2023 puntiamo ad arrivare a 3 milioni", spiega il titolare Massimo Faietti. "Ricordo l’ultimo evento, quando eravamo ancora licenziatari della Roma Calcio; era il 20 febbraio 2020 e i camion rientrati dall’Olimpico dopo Roma-Lecce non sono più usciti per due anni".

Con i concerti fermi e gli stadi vuoti, come avete superato la pandemia?

"Abbiamo salvato l’azienda puntando sull’e-commerce e firmando nuove licenze svincolate dall’attività live come quelle con Radio Dee Jay o Lyon Wgf, un gamer con oltre 4 milioni di follower, un appassionato di videogiochi divenuto un riferimento per i più giovani. Questo non ha evitato, però, una riduzione del personale che è riuscito, comunque, a ricollocarsi tutto".

E ora?

"Quest’anno abbiamo preferito rimanere ai box, perché la stagione è difficile per quel che concerne le risorse umane e quindi incerta sotto il profilo della qualità del servizio. Noi, infatti, non siamo dei semplici venditori di magliette, ma con i nostri stand accogliamo i fans trasmettendogli il ‘mood’ dell’artista e dell’evento; oltre che nel luogo di spettacolo, si trovano tutt’attorno all’area dell’evento e questo fa sì che la gente inizi ad immergersi nel ‘mood’ dello spettacolo già in fase di avvicinamento".

Quanto conta commercialmente trasmettere il “mood”?

"Ha un suo valore. Ricordo che nel 2005, quando eravamo licenziatari del Motor Show, il patron Alfredo Cazzola venne da me dicendosi pronto a rinunciare alle royalties purché mettessi stand in tutti i padiglioni e alzassi al massimo i livelli del servizio. Rimasi sorpreso e capii la ragione di quell’offerta solo qualche tempo dopo, quando vendette i suoi diritti di gestione ai francesi di GL Events".

Per gli artisti il merchandising è una rilevante fonte di guadagno.

"Il rapporto tra royalties e costi dipendono dal peso dell’artista e dalle sue richieste. Ligabue, ad esempio, pretende servizi di alta qualità e questo ha ovviamente dei costi, ma lui è un top player e quindi siamo attorno ad un 30%-70% con altri, invece, ci si aggira attorno al 20%-80%".

Quant’è il vostro potenziale?

"In azienda abbiamo una produttività di 5 mila pezzi al giorno. Per avere un’idea del volume di affari, basta pensare che quello del Jova Beach Party 2019, tour da 550 mila paganti, è stato di 100 mila fascette, 50 mila cappellini e 30 mila magliette. Nel 2022 non abbiamo riacquistato la licenza perché l’operazione avrebbe richiesto un investimento di 700-800 mila euro e quindi uno sforzo economico troppo impegnativo dopo due anni di pandemia".

Prospettive?

"Siamo intenzionati ad incrementare l’e-commerce. Anche se, dopo l’escalation dei giorni della pandemia, pure Amazon ora accusa difficoltà, perché col ritorno alla normalità l’attività s’è contratta. Sui social abbiamo due piattaforme a disposizione della clientela. Siamo, infatti, un po’ il riferimento del settore e intendiamo rimanerlo".