Italia, evasione fiscale 2022 in calo. Cos'è il tax gap

Secondo l'Istat il valore aggiunto generato dal sommerso economico è in flessione (-2,7%) ma resta una cifra astronomica

Evasione fiscale

Evasione fiscale

Roma, 8 novembre 2022 – Dalla “Relazione sull’economia non osservata e sullevasione fiscale e contributiva – anno 2022” e tenendo in considerazione i conti nazionali pubblicati dall’Istat a marzo del 2022, emerge come il valore aggiunto generato dal sommerso economico, che già nel 2018 aveva segnato una contrazione del 3,1%, mostri nel 2019 un’ulteriore flessione del 2,7% attestandosi a 183,9 miliardi di euro. Conseguentemente, l’incidenza sul Pil del sommerso economico scende al 10,2% rispetto al 10,7% dell’anno precedente. Anche il tasso di irregolarità del lavoro, calcolato come incidenza percentuale delle unità di lavoro a tempo pieno non regolari sul totale, scende, nel 2019, al 14,9% rispetto al 15,1% dell’anno precedente. Tale situazione emerge dal documento predisposto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze a corredo della nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef). Nel rapporto a proposito del fenomeno dell'evasione in Italia si legge: “Come noto le stime del sommerso economico, che è una delle componenti dell’economia non osservata, non consentono di quantificare direttamente le entrate complessivamente sottratte alla finanza pubblica dall’evasione fiscale e contributiva. Per questa ragione come indicatore dell’evasione viene utilizzato il tax gap, che si pone l’obiettivo di misurare l’impatto del mancato adempimento degli obblighi di dichiarazione e versamento delle principali imposte e dei contributi”.

Tax gap e sommerso economico

Malgrado la natura del tax gap e del sommerso economico sia diversa, è interessante rilevare che l’andamento di queste due variabili, nel medio periodo, è piuttosto simile. Nell’arco del periodo compreso tra il 2015 e il 2019, il tax gap si è ridotto in termini assoluti di circa 6,9 miliardi di euro e la propensione al gap, pari al rapporto tra il tax gap e il gettito potenziale per la parte dovuta al mancato pagamento delle imposte, si è ridotta di circa 2,7 punti percentuali. In particolare il tax gap complessivo del 2019, anche dopo le revisioni intervenute nelle serie storiche, si riduce in valore assoluto di circa 3,7 miliardi di euro tra il 2018 e il 2019. Si conferma, pertanto, quanto anticipato nell’Aggiornamento alla Relazione 2021, ovvero la diminuzione del tax gap complessivo, fiscale e contributivo, per la prima volta sotto la soglia dei 100 miliardi di euro. Più precisamente, il tax gap complessivo risulta, nel 2019, pari a circa 99,2 miliardi, di cui 86,5 miliardi di euro di mancate entrate tributarie e 12,7.

La Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva anno 2022 è stata approvata dalla Commissione nella seduta del 19 settembre 2022. “Appare dunque confermata – si legge nel documento – la tendenza alla contrazione dell’economia sommersa e dell’evasione fiscale nel medio periodo, a beneficio dell’efficienza e dell’equità dell’intero sistema economico con conseguenti impatti positivi sulla finanza pubblica. A seguito della novità introdotta con la legge di bilancio per il 2021, la quantificazione di tali impatti deriva da un’articolata procedura. Il presupposto è il calcolo della riduzione del tax gap “riferita al terzo anno precedente alla predisposizione della legge di bilancio”. Questo calcolo si basa sul confronto tra il tax gap del 2019 (che è appunto il terzo anno precedente il 2022) e il tax gap del 2018, a parità di base imponibile potenziale. Secondo le stime riportate nel Paragrafo III.2, la riduzione del tax gap del 2019 rispetto al 2018, escludendo l’effetto dovuto alla variazione delle basi imponibili potenziali occorsa tra questi due anni, risulta compresa tra un minimo di 3,1 miliardi e un massimo di 4,3 miliardi di euro”.

Gli enti coinvolti nel cotrasto all'evasione

Nella letteratura economica è ormai diffusa la consapevolezza che i livelli e gli andamenti dell’evasione dipendano da un complesso insieme di fattori, tra i quali rivestono un’importanza fondamentale, ancorché non esclusiva, le strategie di prevenzione e contrasto dell’evasione definite ed attuate dalle Pubbliche Amministrazioni. Tale strategia, nel nostro Paese, vede concorrere una pluralità di soggetti e, in particolare, l’Agenzia delle entrate, l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, la Guardia di Finanza, le Regioni e gli Enti territoriali, l’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), l’Inps e l’Inail. Vit