Mercoledì 24 Aprile 2024

"Energie rinnovabili? Più fiducia e meno liti per il Paese"

L’ingegner Pier Francesco Rimbotti

L’ingegner Pier Francesco Rimbotti

FRA I PIONIERI NEL SETTORE delle energie rinnovabili, ben prima che il tema diventasse popolare, Infrastrutture SpA (Ift) opera da oltre 60 anni nella produzione di energia green e in investimenti sostenibili. Attiva come Ipp (Independent Power Producer), è presente in Europa, Asia e America Latina. Lavora nel settore fotovoltaico, eolico e del biometano e ha contribuito allo sviluppo di oltre 1000 MW di rinnovabili. Il Gruppo possiede un vasto portafoglio di impianti in Italia, Giappone e Latam: alcuni in esercizio, altri in costruzione ed altri ancora in fase di sviluppo. È molto presente infine nel settore ricerca e sviluppo e nell’asset management a supporto degli investimenti a lungo temine propri e dei partner. A guidarla e a fare il punto della situazione, l’ingegner Pier Francesco Rimbotti.

Qual è stato l’andamento degli ultimi due anni?

"L’andamento è stato contrastato; il Covid ha portato a delle interruzioni negli approvvigionamenti di materiali e in tutta la catena logistica, per cui ci sono stati aumenti di prezzi anche significativi. Ormai le rinnovabili operano con prezzi di vendita dell’energia molto bassi, quindi l’aumento del costo di costruzione cambia significativamente la redditività dei progetti. Alcuni progetti a livello internazionale sono stati messi in stand by in attesa di un rientro dei costi".

Il quadro è cambiato alla luce degli ultimi eventi internazionali e del conflitto in Ucraina?

"Il quadro è cambiato da Paese a Paese. La Germania ha dichiarato che intende accelerare la transizione energetica per arrivare al 100% rinnovabile. In Italia si pensa ancora ad accelerare ed aumentare le fonti fossili. Il governo poi sta lavorando per semplificare le autorizzazioni, ma ancora non è stato visto molto. I processi di sviluppo hanno costi significativi e soprattutto restano lenti e incerti, comportando per gli investitori considerevoli costi e rischi. Il Giappone ha dichiarato che vuole raddoppiare la propria capacità installata di solare dagli attuali circa 60 GW a oltre 100 GW".

Come vede lo sviluppo del settore dell’energia nei prossimi anni?

"Nel mondo in generale ci sarà un’enorme crescita di rinnovabili, che ormai hanno sorpassato come investimenti complessivi le altre fonti. Pensiamo alla Cina, per la quale le rinnovabili sono essenziali per alimentare la robusta crescita. La Cina ha in previsione 60-70 GW di aumento di capacità solare per il solo 2022. Per inciso, le rinnovabili, che contribuiscono in maniera significativa al mix cinese, danno al Paese anche maggiore autonomia per le decisioni di politica estera. In altre parole meno dipendenza dalla vicina Russia, e questo è molto positivo. La crescita sarà sostenuta in tutto il mondo, Europa, Usa, Asia, America Latina".

Crede che l’Italia favorisca abbastanza la produzione e l’uso di energie alternative?

"Si può fare di più. Gli obiettivi del Piano Nazionale prevedono circa 8 GW all’anno. A fronte di questo programma il Paese sta avanzando al 10% del target. Anche per l’Italia le rinnovabili possono garantire quell’autonomia preziosa per prendere decisioni geo-politiche più indipendenti. È da anni che lo sosteniamo. Moltissime guerre sono state fatte per ragioni energetiche. Le rinnovabili invece sono una fonte democratica e forniscono un grande contributo alla pace. Non solo, per un Paese come l’Italia evitano un continuo salasso a favore dei paesi che producono gas o petrolio o carbone. Una spesa che non ci possiamo permettere".

Come e cosa si potrebbe migliorare?

"A mio avviso ci vuole più fiducia tra le parti sociali, per realizzare i progetti giusti senza inutili contenziosi amministrativi, ricordi e pratiche inutili. Per sviluppare un progetto oggi ci possono volere 7-10 anni".

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

"Vorremmo dare il nostro contributo al sistema Paese e partecipare in maniera significativa allo sviluppo delle rinnovabili in Italia, con progetti anche in Toscana. La pandemia ha aumentato in maniera significativa la sensibilità della popolazione tra lo stretto rapporto che lega l’uomo all’ambiente e ha aiutato la lotta ai cambiamenti climatici. Una sfida importante per il nostro Paese è rappresentata dall’agrivoltaico. Se impariamo bene a conciliare l’utilizzo del territorio tra agricoltura, altre attività e produzione energetica, il nostro Paese vince due volte investendo nella ricerca di soluzioni innovative ed ambientalmente sostenibili".