Mercoledì 24 Aprile 2024

"Durante il Covid abbiamo investito"

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NATA NEL 2011, l’etichetta aretina Woodworm è una delle realtà più dinamiche del mercato indipendente, con uno stuolo di collaborazioni in cui figurano La Rappresentante di Lista (in basso), Calibro 35, Fast Animals and Slow Kids, The Zen Circus, Rancore, Aka 7even, Giancane, Dente, Emma Nolde, Nada e un ventaglio di attività che vanno dalla discografia alle edizioni, dal management al merchandising. "Per un’azienda come la nostra il rapporto tra live e musica registrata in termini di fatturato è grossomodo 60% e 40%" spiega Marco Gallorini fondatore e amministratore della società assieme ad Andrea Marmorini. "Lo scorso anno il fatturato s’è aggirato sui 2 milioni di euro, mentre quest’anno arriverà a 2,5 milioni. Le ragioni della crescita stanno soprattutto in scelte che puntano sulla diversificazione e su un accordo-quadro di distribuzione con Universal. Siamo stati premiati dalla decisione d’investire nel momento in cui molti, intimoriti dal Covid, marcavano invece il passo. Investendo su artisti come Aka 7even o i Calibro 35 ci siamo accollati dei rischi, ma è andata bene. Pure nei momenti di difficoltà, infatti, opportunità da cogliere ce ne sono, bisogna però tenere gli occhi aperti e aggiornarsi di continuo. Nel biennio 2023-2024, ad esempio, lanceremo assieme ad altre aziende del settore un grossissimo progetto di scouting, aperto a diversi tipi di addetti ai lavori, per cercare gli artisti nei club, nei festival, e ovunque si faccia musica dal vivo".

Quest’anno per l’industria musicale la principale criticità si prospetta di segno opposto rispetto a quella che ha caratterizzato le ultime due estati. "Dopo la lunga sospensione imposta dalla pandemia, tutti gli artisti hanno deciso, comprensibilmente, di ripartire con i live, determinando un’eccessiva offerta musicale che ha come conseguenza l’intasamento del calendario" ammette Gallorini. "Questo sta rendendo più faticosa del solito la vendita dei biglietti. Colpa anche di noi addetti ai lavori che avremmo dovuto dissuadere gli artisti dal ripartire tutti assieme, provando a far slittare qualche progetto quantomeno all’autunno. Il problema riguarda soprattutto il live, perché, sull’attività discografica la fatica è sempre la stessa; per tutta una serie di meccanismi produttivi, infatti, escono tante cose e a volte si corre il rischio di una dispersione generalizzata".

Andrea Spinelli