Martedì 23 Aprile 2024

"Dopo la guerra in Ucraina il business dovrà tenere conto della sicurezza geopolitica"

Il selfie dei grandi del mondo a Davos

Il selfie dei grandi del mondo a Davos

È STATO il tema con il quale, a pochi giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, è partito il ciclo "Italia 2022: Persone, Lavoro, Impresa". La piattaforma di dialogo con i massimi esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e dell’impresa promossa da PwC Italia e che prevede proprio questa settimana, mercoledì 8 giugno alle ore 11.30, il quarto appuntamento sugli otto programmati dal ciclo dal titolo "Tecnologia e nuovo umanesimo". Appuntamento che vedrà, tra gli altri, la partecipazione del ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Un incontro che si sperava potesse svolgersi con il cessate il fuoco sul fronte ucraino. Il conflitto però continua così come i suoi impatti, dalla corsa dei prezzi delle materie prime, a partire da quelle energetiche, agli effetti delle sanzioni verso la Russia con le relative controsanzioni di Mosca, sul tessuto economico ed imprenditoriale italiano.

"Il tema del Rischio Paese e dei blocchi geopolitici – spiega Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia – mette in discussione il modello della globalizzazione che abbiamo sperimentato negli ultimi decenni. In verità già il Covid ci aveva messo in guardia in riferimento ad alcune tipologie di produzioni strategiche. Adesso il tema è di più larga scala e intacca nel profondo le nostre convinzioni". Quindi le imprese si troveranno di fronte, più di prima, "all’esigenza di selezionare partner anche in base alla loro solidità nel tempo, in grado quindi di garantire continuità nella relazione di business. Dobbiamo immaginare un futuro prossimo delle aree di influenza e dei mercati di prossimità, con qualche compromesso sulla profittabilità e i margini. Il business, quindi, dovrà tener conto di un fattore fino ad oggi poco considerato nel nostro continente che è la sicurezza geopolitica".

Gli effetti del conflitto in Ucraina si sono già fatti purtroppo sentire con una revisione al ribasso, secondo Prometeia, Confindustria, Fmi e lo stesso governo, della crescita del Pil prevista quest’anno. Crescita – nel 2021 era stato di 1781 miliardi di cui 1378 prodotti dai consumi – ridotta di circa un punto e mezzo attorno al 2,9%. Sebbene il tessuto industriale italiano sia di vitale importanza per la ripresa economica del Paese, a destare maggior preoccupazione è la possibilità di un innesco della spirale inflazionistica per le perturbazioni e speculazioni del mercato energetico. Spirale che ha coinvolto non solo i costi energetici ma anche il "carrello della spesa" a partire dai beni alimentari più sensibili ai rincari dei cereali. Per questo il rischio, secondo l’osservatorio di Pwc Italia è che l’attività economica venga condizionata negativamente dal più basso livello dei consumi delle famiglie dovuto all’aumento dell’inflazione e determinato principalmente dal rincaro dell’energia. Il conflitto in Ucraina e i suoi effetti, quindi, avverte Toselli "hanno modificato sostanzialmente il quadro internazionale e le prospettive di crescita dell’economia italiana.

Achille Perego