UNA REALTÀ IN CONTINUA ESPANSIONE A sinistra il presidente del Gruppo Clerici, Paolo Clerici, e il Chief Financial Officer Fabio Ciccarelli. «I traguardi raggiunti – dice Ciccarelli – sono frutto di una visione ampia, che ha consentito alla nostra realtà di allargarsi, espandersi ma soprattutto differenziarsi in questo ambito»

PASSIONE e innovazione. Queste le linee guida del gruppo Clerici, realtà che da decenni opera nel commercio di materiale idraulico e che, anno dopo anno, continua a contare ben più di un glorioso risultato. Con un unico centro di coordinamento per tutti i servizi del gruppo, tra cui acquisti, marketing e gestione informatica, la rete logistica si sviluppa in gran parte del Nord e Centro Italia e va dal Trentino alle Marche. La missione, quotidianamente perseguita, rimane quella di fornire ai clienti tutto ciò che concerne il mercato idrotermosanitario: dalla caldaia al climatizzatore, dai sanitari ai box doccia di design. Con le acquisizioni degli ultimi anni, è aumentato anche il numero dei dipendenti, passati dagli 812 del 2018 agli attuali 1700, perseguendo la filosofia che punta non solo alla valorizzazione delle insegne e delle realtà acquisite, ma anche a non disperdere il capitale umano e di competenze che le stesse aziende hanno contribuito a far crescere.  Paolo Clerici, presidente del gruppo, com’è iniziata la vostra storia?  "La nostra è un’azienda familiare, fondata da mio nonno Giovanni Clerici, subito dopo la Seconda guerra mondiale, quando fu sfollato a Brescia: dapprima fu guidato da un interesse per l’edilizia, poi si è specializzato su quello che ancora oggi è il nostro focus, la termoidraulica. A lui è subentrato mio padre, che ha portato avanti l’attività di sviluppo e di crescita con acquisizioni di nuove società e l’apertura di diversi punti vendita. Ora ci sono io, con la stessa volontà di continuare a puntare sullo sviluppo: oggi siamo arrivati a 108 punti vendita, suddivisi su più insegne. Questo perché abbiamo preferito mantenere tutte le aziende che abbiamo acquisito con la loro ragione sociale, poiché localmente conosciute".  Anche il legame con il territorio, quindi, assume grande importanza.  "Assolutamente. I nostri clienti sono ‘ripetitivi’: sono gli l’idraulici che ogni giorno vengono da noi a fare acquisti. Sono piccoli artigiani che lavorano nello stesso posto in cui abitano e questo ci permette di parlare tanti dialetti diversi e offrire un’attenzione più specifica alle esigenze a cui dobbiamo trovare risposta". Il gruppo ha raddoppiato il fatturato negli ultimi quattro esercizi. Cosa c’è alla base di questo risultato?  "Clerici ha chiuso il 2021 con un fatturato di 583,6 milioni di euro, con un progresso del 46,5% rispetto ai 398,3 milioni del 2020. Il dato conferma il robusto trend di crescita dei ricavi del gruppo, che risultano più che raddoppiati nell’ultimo quadriennio, passando dai 253 milioni del 2018 ai 583,6 milioni dello scorso esercizio. E insieme all’incremento dei ricavi, il gruppo ha potenziato notevolmente la propria presenza sul territorio, con dieci acquisizioni negli ultimi tre anni: è una parte importante di questa crescita, così come lo sviluppo dell’organico".  Pensate anche all’estero?  "È ancora prematuro. Ci sono zone dell’Italia in cui non ci siamo ancora insediati profondamente: la filosofia che seguiamo è quella di espanderci a macchia d’olio ma partendo dai luoghi in cui già siamo, passo dopo passo. Quando avremo coperto lo Stivale, allora potremo pensare anche ai Paesi stranieri".  Qual è la risposta del mercato per un prodotto made in Italy?  "Più che positiva. Vendiamo in gran parte prodotti italiani: un valore che si palesa non solo nella qualità ma anche nel design, dunque tutto ciò che riguarda il lato estetico del prodotto".  Qual è la filosofia che continua a guidare il vostro lavoro?  "Abbiamo una buona immagine sul mercato, soprattutto perché cerchiamo di ottenere buoni risultati: ad esempio, quando portiamo a termine un’acquisizione, cerchiamo di migliorare l’azienda in tutti i suoi punti. Un aspetto cruciale che non intendiamo mai mettere in secondo piano, però, è anche quello inerente alle persone e all’aspetto umano: cerchiamo di formare l’organico per poter consentire loro di lavorare al meglio all’interno del Gruppo Clerici e questo aspetto continua ad essere ben visto dalle aziende che hanno intenzione di cedere o di vendere per altri motivi. Con ognuna di queste realtà vi è alla base un dialogo differente, a seconda degli obiettivi e delle filosofie". Quali sono le prospettive per il futuro?  "Il Covid ha sicuramente creato delle difficoltà, però ampiamente risolte durante la seconda metà dello stesso 2020 e nel 2021. Il mercato ha avuto un grosso slancio grazie agli incentivi statali, come il superbonus, mentre ora partirà l’onda legata al Pnrr: le prospettive, quindi, non possono che essere positive. La guerra? Non la possiamo prevedere, ma senza grossi stravolgimenti il mercato continuerà a presentare scenari positivi. Anche per questo dobbiamo sempre farci trovare pronti".  Uno degli ingredienti principali, quindi, è la competitività.  "Esatto. Il nostro è un catalogo molto completo e abbiamo, inoltre, il vantaggio di poter vantare anche un prodotto nostro: gli unici in Italia, in questo settore. Mi spiego meglio: noi siamo commercianti, ma Clerici detiene una propria private label, Storm, come ‘tempesta’ in inglese. Si tratta di un marchio da oltre 20 anni sul mercato (fatturato 2021 oltre gli 80 milioni) diventato punto di riferimento nel settore dei prodotti idraulici, arredobagno, riscaldamento e condizionamento. E la previsione è di superare i 100 milioni nel 2022. Si trova in ogni nostro punto vendita ed è ben riconosciuto nei luoghi in cui operiamo".

Economia

Paolo Clerici, presidente del Gruppo che 
opera nel commercio di materiale idraulico
di Giorgia De Cupertinis



PASSIONE e innovazione. Queste le linee guida del gruppo Clerici, realtà che da decenni opera nel commercio di materiale idraulico e che, anno dopo anno, continua a contare ben più di un glorioso risultato. Con un unico centro di coordinamento per tutti i servizi del gruppo, tra cui acquisti, marketing e gestione informatica, la rete logistica si sviluppa in gran parte del Nord e Centro Italia e va dal Trentino alle Marche. La missione, quotidianamente perseguita, rimane quella di fornire ai clienti tutto ciò che concerne il mercato idrotermosanitario: dalla caldaia al climatizzatore, dai sanitari ai box doccia di design. Con le acquisizioni degli ultimi anni, è aumentato anche il numero dei dipendenti, passati dagli 812 del 2018 agli attuali 1700, perseguendo la filosofia che punta non solo alla valorizzazione delle insegne e delle realtà acquisite, ma anche a non disperdere il capitale umano e di competenze che le stesse aziende hanno contribuito a far crescere. 
Paolo Clerici, presidente del gruppo, com’è iniziata la vostra storia? 
"La nostra è un’azienda familiare, fondata da mio nonno Giovanni Clerici, subito dopo la Seconda guerra mondiale, quando fu sfollato a Brescia: dapprima fu guidato da un interesse per l’edilizia, poi si è specializzato su quello che ancora oggi è il nostro focus, la termoidraulica. A lui è subentrato mio padre, che ha portato avanti l’attività di sviluppo e di crescita con acquisizioni di nuove società e l’apertura di diversi punti vendita. Ora ci sono io, con la stessa volontà di continuare a puntare sullo sviluppo: oggi siamo arrivati a 108 punti vendita, suddivisi su più insegne. Questo perché abbiamo preferito mantenere tutte le aziende che abbiamo acquisito con la loro ragione sociale, poiché localmente conosciute". 
Anche il legame con il territorio, quindi, assume grande importanza. 
"Assolutamente. I nostri clienti sono ‘ripetitivi’: sono gli l’idraulici che ogni giorno vengono da noi a fare acquisti. Sono piccoli artigiani che lavorano nello stesso posto in cui abitano e questo ci permette di parlare tanti dialetti diversi e offrire un’attenzione più specifica alle esigenze a cui dobbiamo trovare risposta".
Il gruppo ha raddoppiato il fatturato negli ultimi quattro esercizi. Cosa c’è alla base di questo risultato? 
"Clerici ha chiuso il 2021 con un fatturato di 583,6 milioni di euro, con un progresso del 46,5% rispetto ai 398,3 milioni del 2020. Il dato conferma il robusto trend di crescita dei ricavi del gruppo, che risultano più che raddoppiati nell’ultimo quadriennio, passando dai 253 milioni del 2018 ai 583,6 milioni dello scorso esercizio. E insieme all’incremento dei ricavi, il gruppo ha potenziato notevolmente la propria presenza sul territorio, con dieci acquisizioni negli ultimi tre anni: è una parte importante di questa crescita, così come lo sviluppo dell’organico". 
Pensate anche all’estero? 
"È ancora prematuro. Ci sono zone dell’Italia in cui non ci siamo ancora insediati profondamente: la filosofia che seguiamo è quella di espanderci a macchia d’olio ma partendo dai luoghi in cui già siamo, passo dopo passo. Quando avremo coperto lo Stivale, allora potremo pensare anche ai Paesi stranieri". 
Qual è la risposta del mercato per un prodotto made in Italy? 
"Più che positiva. Vendiamo in gran parte prodotti italiani: un valore che si palesa non solo nella qualità ma anche nel design, dunque tutto ciò che riguarda il lato estetico del prodotto". 
Qual è la filosofia che continua a guidare il vostro lavoro? 
"Abbiamo una buona immagine sul mercato, soprattutto perché cerchiamo di ottenere buoni risultati: ad esempio, quando portiamo a termine un’acquisizione, cerchiamo di migliorare l’azienda in tutti i suoi punti. Un aspetto cruciale che non intendiamo mai mettere in secondo piano, però, è anche quello inerente alle persone e all’aspetto umano: cerchiamo di formare l’organico per poter consentire loro di lavorare al meglio all’interno del Gruppo Clerici e questo aspetto continua ad essere ben visto dalle aziende che hanno intenzione di cedere o di vendere per altri motivi. Con ognuna di queste realtà vi è alla base un dialogo differente, a seconda degli obiettivi e delle filosofie".
Quali sono le prospettive per il futuro? 
"Il Covid ha sicuramente creato delle difficoltà, però ampiamente risolte durante la seconda metà dello stesso 2020 e nel 2021. Il mercato ha avuto un grosso slancio grazie agli incentivi statali, come il superbonus, mentre ora partirà l’onda legata al Pnrr: le prospettive, quindi, non possono che essere positive. La guerra? Non la possiamo prevedere, ma senza grossi stravolgimenti il mercato continuerà a presentare scenari positivi. Anche per questo dobbiamo sempre farci trovare pronti". 
Uno degli ingredienti principali, quindi, è la competitività. 
"Esatto. Il nostro è un catalogo molto completo e abbiamo, inoltre, il vantaggio di poter vantare anche un prodotto nostro: gli unici in Italia, in questo settore. Mi spiego meglio: noi siamo commercianti, ma Clerici detiene una propria private label, Storm, come ‘tempesta’ in inglese. Si tratta di un marchio da oltre 20 anni sul mercato (fatturato 2021 oltre gli 80 milioni) diventato punto di riferimento nel settore dei prodotti idraulici, arredobagno, riscaldamento e condizionamento. E la previsione è di superare i 100 milioni nel 2022. Si trova in ogni nostro punto vendita ed è ben riconosciuto nei luoghi in cui operiamo".

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