"Così la scena è rinata anche senza il rock"

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"IN QUESTI due anni la maggior agilità di movimento di musicisti e produzioni del jazz rispetto a quelle del pop e del rock ha permesso alla musica afroamericana di adeguarsi meglio di altre alle difficoltà create dal Covid", spiega Andrea Scaccia, fondatore con Enrico Iubatti di Tema, The European Music Agency, una delle più importanti agenzie di management e booking che operano nel campo del jazz grazie alla collaborazione con uno stuolo di artisti che va da Dee Dee Bridgewater, Gonzalo Rubalcaba o Gregory Porter a Franco D’Andrea, Gianluca Petrella, i Funk Off, Giovanni Guidi e molti altri ancora. "I principali operatori italiani ed europei del settore hanno saputo colmare il gap, la crisi che c’è stata nei mesi autunnali e invernali, quando lo stop all’attività live è diventato inevitabile, rinnovando e reinventando la propria attività in quelli estivi", spiega. "Paradossalmente nei due anni di pandemia la vendita di biglietti ha trovato nella reazione pubblico entusiasmi maggiori di quest’estate 2022 in cui il peso del pop e del rock è tornato a farsi sentire in maniera molto decisa. Da un lato la super offerta di una stagione ricchissima e dall’altro le apprensioni per i colpi di coda della pandemia uniti alla ineluttabile crisi economica che stiamo vivendo, infatti, hanno finito col contrarre un po’ le vendite. Una ricaduta su questa situazione ce l’ha avuta pure il sistema dei voucher, che ha compresso quel sistema di prevendita sviluppato tantissimo dal jazz negli ultimi anni, riportando il pubblico verso un acquisto last minute che può arrivare anche al 50% dell’incasso finale".

Per Tema, come per le altre agenzie italiane, in questi anni di discontinuità e di chiusure l’attività s’è mossa in due direzioni: da un lato un grosso lavoro con i musicisti di casa nostra e dall’altro l’individuazione e lo sviluppo di produzioni strategiche. "Saper leggere la contemporaneità è molto importante in questo lavoro, così come essere sempre pronti a fare di necessità virtù", conclude Scaccia. "L’estate scorsa, causa pandemia, c’era una penuria di americani in tour, ma, sapendo che Michael League e Bill Laurance, rispettivamente band leader e pianista dei richiestissimi Snarky Puppy, si trovavano in Europa, abbiamo pensato di metterli assieme per un mese di tournée colmando il vuoto creato dall’impossibilità di avere l’intera band".

Andrea Spinelli