Martedì 23 Aprile 2024

Così i biglietti aiutano l’indotto e i territori

Migration

IL SETTORE DELLA MUSICA dal vivo negli ultimi due anni ha registrato un calo di fatturato vicino al 97 per cento rispetto al 2019, con una perdita di 650 milioni di euro tra i mesi di febbraio e settembre 2020. Dato a cui vanno aggiunte le perdite legate all’indotto, che Assomusica stima in oltre 1,5 miliardi di euro.

Più nel dettaglio, nel 2019 sono stati venduti 9.735.800 biglietti, mentre nel 2022 si è già arrivati a quasi 9 milioni, anche se legati prevalentemente a concerti rinviati nel 2020 e nel 2021. A Roma, i biglietti venduti sono stati 2 milioni con il 77 per cento di acquisti provenienti da fuori provincia, mentre su Milano hanno toccato il tetto di un milione e mezzo, con un 75 per cento degli acquirenti proveniente da fuori provincia. Assomusica focalizza i suoi studi soprattutto su questi spettatori da fuori provincia calcolando che per ogni euro speso in biglietti ne viene speso mediamente 1,20 in beni e servizi sul territorio. L’85 per centodel pubblico ha acquistato biglietti a pagamento e solo il 15 per cento ha usufruito di eventi gratuiti. La spesa media annua pro capite per gli spettacoli in genere è di 36 euro.

"La ripresa progressiva dell’attività ha fatto sì che a maggio e giugno la ‘macchina’ non sia riuscita a girare a pieno regime, finendo con l’ingolfare il cartellone dei mesi successivi", spiega Vincenzo Spera, presidente di Assomusica. "Alla fine è andata bene, ma occorre programmazione". Fra i protagonisti annunciati della prossima stagione destinati a riempire gli stadi sull’asse Napoli-Roma-Milano ci sono Coldplay, Muse, Depeche Mode, The Weeknd, Beyoncé (nella foto sotto) e, sul versante italiano, Tiziano Ferro, Vasco Rossi, Ligabue, Måneskin. "Il governo ha investito 18 milioni sul bonus cultura 18app e molti ragazzi l’hanno utilizzato anche per comprare i biglietti dei concerti. Il sistema dei voucher ha aiutato la filiera del live e non ha pesato più di tanto sulle tasche degli spettatori visto che, a differenza di altri settori come quello del turismo dove qualche problema c’è stato, noi promoter abbiamo dimostrato ai clienti di essere di parola, corretti, offrendo loro appena possibile lo spettacolo per cui avevano pagato".

Andrea Spinelli