Giovedì 25 Aprile 2024

Confartigianato: "Un Recovery plan europeo per le case green"

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NON È ANCORA stata approvata, ma la proposta di direttiva comunitaria per l’efficientamento energetico degli edifici ha già scatenato polemiche e preoccupazioni. Il suo obiettivo è accelerare la corsa verso le ‘emissioni zero’, un traguardo che rappresenta una colonna portante del pacchetto ‘Fit for 55’ che prevede, entro il 2030, la riduzione significativa, a livello comunitario, dei livelli delle emissioni di Co2, all’insegna della volontà di rafforzare e velocizzare la transizione ecologica. Nel testo della proposta europea, si sottolinea che "gli edifici dovranno consumare poca energia, essere alimentati, per quanto possibile, da fonti rinnovabili e non dovranno emettere in loco emissioni di carbonio da combustibili fossili". Oggi, gli immobili contribuiscono per il 36% all’emissione dei gas serra e sono responsabili del 40% dei consumi energetici a livello europeo.

"Se l’Europa intende spingere in questa direzione – osserva Marco Granelli (nella foto in basso), presidente nazionale di Confartigianato – deve anche consentire ai singoli Stati di affrontare percorsi sostenibili. Ad essi spetta il compito di adottare i provvedimenti più validi per raggiungere l’obiettivo dell’efficientamento energetico degli edifici. In pratica, sono indispensabili investimenti pubblici per realizzare quanto previsto dalla direttiva e, di conseguenza, le risorse dedicate devono poter essere considerate al di fuori dei vincoli di bilancio e, auspicabilmente, dovrebbero far parte di un vero e proprio ‘Green recovery plan’ europeo".

In Italia, gli interventi per incrementare efficienza e risparmio energetico possono rappresentare anche una spinta importante per il rilancio economico, dal momento che, secondo i dati dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), nel 2021 la percentuale di immobili appartenenti alla classe energetica ‘G’ (quella con i maggiori consumi e la minore efficienza) risulta ancora prevalente sul totale degli edifici. Da questo punto di vista – sottolinea Confartigianato –, il nostro Paese può vantare un patrimonio eccellente di piccole e medie imprese operanti nel comparto casa e un sistema di incentivi green che ha dato prova di grande efficacia, anche dal punto di vista degli effetti sull’economia.

Tra il 2019 e il 2022 – evidenzia l’organizzazione –, in Italia, ben 2,1 punti di crescita del Pil sono stati determinati dai maggiori investimenti in costruzioni rispetto al resto dell’eurozona, grazie alla spinta dei bonus edilizia. L’edilizia ha controbilanciato gli effetti recessivi della pandemia anche sul mercato del lavoro: tra il quarto trimestre 2019 e il terzo trimestre 2022, il settore delle costruzioni ha fatto registrare un aumento di 257mila occupati, a fronte della crescita di19mila addetti nella manifattura e la diminuzione di 160mila occupati nei servizi e di 47mila occupati nell’agricoltura. Confartigianato mette in evidenza, però, che "purtroppo, la strada dei bonus edilizia, da maggio 2020 a novembre 2022, è stata costellata di continui stop and go normativi: ben 224 modifiche, una ogni 16 giorni. E così, cittadini e imprenditori si sono trovati imprigionati in una vera e propria ragnatela burocratica, ingigantita da 29 interventi legislativi, distribuiti su 16 differenti leggi, decreti legge e decreti ministeriali. A questi si sommano nove provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle entrate e 186 documenti di prassi, costituiti da sei circolari, quattro risoluzioni, 157 risposte a istanze di interpello e 19 Faq".

"Abbiamo subìto uno stillicidio di modifiche normative – sottolinea il presidente di Confartigianato – che ha complicato non poco l’attività delle imprese e i progetti delle famiglie interessate a effettuare interventi di riqualificazione energetica sulle abitazioni. Un’esperienza culminata con il blocco dei crediti nei cassetti fiscali degli imprenditori e l’incertezza sulla sorte degli incentivi. Questo non è certo il modo migliore per favorire la transizione green. Le politiche Ue – fa notare ancora Granelli – non devono essere interpretate come una minaccia, ma vanno viste come una grande occasione per raggiungere l’obiettivo di ‘emissioni zero’ dei nostri edifici e, contemporaneamente, sostenere la crescita economica e occupazionale. E’ necessario ripensare profondamente il sistema degli incentivi nell’edilizia. Non devono gravare esclusivamente sulle bollette di famiglie e imprese e, men che meno, generare bolle speculative. Basta con gli interventi spot, sottoposti a continui ripensamenti. L’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare può essere una grande opportunità per il Paese, ma non deve trasformarsi in una vessazione per cittadini ed imprese".

"La strada realmente efficace – conclude il numero uno di Confartigianato – consiste nel progettare una strategia strutturale di lungo termine, che scandisca l’impiego di risorse pubbliche aggiuntive. In questo modo, sarà possibile ottenere un ritorno positivo in termini di crescita del Pil e orientare le scelte dei cittadini sulla qualità e l’efficienza energetica delle abitazioni".