Venerdì 19 Aprile 2024

"Banca Sistema ridà vita ai Monti di Pietà"

Gianluca Garbi

Gianluca Garbi

DARE VITA al ‘Rinascimento’ dei Monti di Pietà rimasti, nella società digitale, ancora ai tempi del Medioevo quando, sotto la spinta dei frati francescani, il credito su pegno era stato l’antesignano delle banche. A rilanciare un mercato ingessato da vecchie norme e negli anni trascurato dagli istituti di credito, Gianluca Garbi ci aveva pensato già una decina d’anni fa quando fondò Banca Sistema. Una banca creata nel 2011 da Garbi, una lunga carriera nel mondo della finanza –in Jp Morgan, Paribas, Dresdner e Commerzbanz, dal 1997 uno dei ‘Draghi boys’ al ministero del Tesoro ed in seguito creatore del Mercato dei Titoli di Stato (MTS) oggi parte di Euronext proprietaria di Borsa Italiana di cui è attualmente amministratore – per sostenere le imprese fornitrici della Pubblica amministrazione fornendo loro liquidità a fronte di operazioni di smobilizzo dei crediti commerciali. Una liquidità che, con lo spread che aveva toccato la cifra record di 574 punti, era introvabile se non a carissimo prezzo.

Se il factoring rappresenta ancora il core business di Banca Sistema, che dal primo utile di 700mila euro è arrivata a profitti netti per 26 milioni, con un patrimonio cresciuto da 12 a 200 milioni, oltre 100mila clienti e una presenza in Spagna, il gruppo guidato da Garbi – ad di Banca Sistema e presidente della controllata ProntoPegno – negli ultimi anni è diventato un operatore specializzato e innovativo anche nel settore della cessione del quinto dello stipendio e della pensione, dove è stata tra le prime banche in Italia a introdurre la concessione da remoto dei finanziamenti con lo Spid e la firma digitale. Nel 2017, due anni dopo la quotazione alla Borsa di Milano, per Banca Sistema è cominciata anche l’attività nel credito su pegno. "Dopo due anni, nel 2019 – spiega Garbi – abbiamo deciso di trasferire i Monti dei pegni, dal primo aperto a Milano a quelli acquisiti sul mercato, compresi gli ex Intesa Sanpaolo, in una nuova società, Pronto Pegno, controllata al 75% da Banca Sistema e al 25% da tre Fondazioni bancarie. Oggi abbiamo una rete con 14 Monti dei pegni in tutta Italia, da Milano a Palermo, che pensiamo di sviluppare, anche con ulteriori acquisizioni, nei prossimi anni. Già oggi comunque Banca Sistema è il primo gruppo bancario che opera in Italia nel credito su pegno con 150 milioni di euro erogati (+20%) l’anno scorso".

Da che cosa è nata la scelta di diventare banca leader del credito su pegno?

"Da una riflessione, fatta già una decina d’anni fa, sul valore sociale di questa forma di finanziamento, che fu nel Quattrocento anticipatrice della nascita del sistema bancario. E che negli anni aveva conosciuto l’oblio collegato anche all’aspetto negativo dato al pegno a cominciare dal nome: Monti di Pietà".

La pietà invece non c’entra?

"I Monti di Pietà non sono dei meri retaggi del passato ma possono rappresentare una parte importante del mondo del credito nel futuro. Come scrive Luca Ricolfi nella prefazione al libro di Elena Loewenthal, la nostra è una società molto ricca e quella italiana gode di un patrimonio familiare fra i più alti all’interno dei Paesi Ocse. Ma presenta anche poca propensione a produrre reddito con solo il 45% degli italiani in età di lavoro che effettivamente lavorano. Quindi dobbiamo trasformare il patrimonio in reddito per poter mantenere il nostro stato sociale nel presente ed essere all’altezza, dalla palestra ai tatuaggi alla chirurgia estetica, della nuova e costosa società virtuale".

Quindi si impegnano i gioielli di famiglia?

"Sì, ma il ricorso al credito su pegno non è il gesto di una persona disperata economicamente, ma una scelta che, come l’affitto con Airbnb di una stanza o della seconda casa piuttosto che il noleggio dell’auto, può essere considerata una forma di economia circolare. Il 90% dei pegni riguarda oro e preziosi, come la spilla della nonna, e il 10% orologi come il Rolex di cui si può fare anche a meno per un po’ di tempo. Sapendo che non si vendono ma se ne ritorna nella maggior parte dei casi in possesso, tanto che all’asta va solo il 5% dei pegni e, nel nostro caso, appena il 2%. Non solo a smentire il luogo comune dei ‘disperati’ ci sono le statistiche che dicono che il 35% di chi ricorre al credito su pegno è un dipendente privato, il 15% un professionista, imprenditori, dipendenti pubblici e pensionati rappresentano ciascuno un altro 10% e solo il 20% vede persone disoccupate".

Perché si impegnano gli oggetti di famiglia?

"Per avere in modo semplice e immediato liquidità – in media per noi 1.300 euro contro i mille del mercato – per sostenere una spesa imprevista, come una cartella esattoriale o una cura medica, ma anche, com’è successo durante la pandemia, comprare il Pc ai figli per la Dad. Oppure fare una vacanza o coltivare un sogno come emerge dalle storie raccontate nel libro di Elena Loewenthal".

Per comprare il pc e il viaggio o per altre spese esistono però anche il credito al consumo, la cessione del Quinto e i prestiti personali senza bisogno di ricorrere al credito su pegno?

"Vero, ma in tutti questi casi il finanziamento viene dato sulla persona e quindi sul suo profilo di rischio che, per esempio, esclude chi non ha una storia di merito creditizio o è finito nell’elenco dei cattivi pagatori. Nel caso del pegno, è l’anello d’oro o l’orologio a fornire la garanzia. Non a caso il 30% di chi va nei Monti di Pietà è extracomunitario, la fascia di popolazione che per vari motivi incontra maggiori difficoltà con le banche. Il pegno consente di avere subito il contante o il bonifico, in media pari al 50% del valore del bene che poi nel 98% dei casi viene riscattato, pagando spese di custodia e interessi in linea con il mercato dei prestiti personali".

Qual è il futuro del credito su pegno?

"Quello di mantenere la sua valenza sociale abbinata all’innovazione con la digitalizzazione, attraverso la nostra App, delle perizie a distanza e della partecipazione alle aste. E la prossima sfida riguarderà anche il trasporto dei beni. Una Amazon del credito su pegno".