"Arte e cultura fuori dal virus? La ripartenza non è per tutti"

"Arte e cultura fuori dal virus? La ripartenza non è per tutti"

"Arte e cultura fuori dal virus? La ripartenza non è per tutti"

HA CELEBRATO lo scorso anno i 50 anni di attività, Il DAMS, la facoltà universitaria che ha contribuito a fare di Bologna una città laboratorio dove la creatività diffusa si intreccia con il mercato e il rigore accademico. Per questo è uno sguardo privilegiato sulla ripresa delle attività culturali quello del direttore del dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, il professor Giacomo Manzoli (nella foto).

Professor Manzoli, è possibile definire, attività culturali, un prima e dopo pandemia?

"È ancora troppo presto per dirlo, mancano dati certi e le indicazioni non sono univoche. Variano in ogni settore. Prendiamo il cinema, i numeri evidenziano una forte flessione nelle sale, bisognerà riconquistare il pubblico, che ha perso l’abitudine a uscire per vedere un film, complice l’enorme diffusione delle piattaforme come Netflix. Dobbiamo aspettare il ritorno alla completa normalità, alla possibilità di poter fruire di una pellicola senza la mascherina. Bisogna recuperare la dimensione sociale, la visione come occasione per stare insieme".

Dimensione che in altri settori è stata riconquistata.

"Basti vedere quello che è successo con l’Eurovision. Biglietti immediatamente venduti, e anche a una cifra consistente. Lo spettacolo dal vivo ha reagito, i concerti e anche i teatri sono pieni. Qui la ripartenza è un dato di fatto. E lo evidenzia anche un altro dato interessante. Netflix ha smesso di crescere vertiginosamente. Segno che le persone hanno voglia di uscire per fruire delle attività culturali".

Piattaforme che hanno comunque contribuito alla vitalità del settore cinema.

"Certo, un altro aspetto della ripartenza è la grande quantità di produzioni sia di serie che di film e documentari realizzati in Italia. E in questo Netflix e Prime Video hanno avuto un ruolo molto importante, come anche la Rai. Grazie anche alla disponibilità di fondi, sia europei che nazionali che sono stati messi a disposizione proprio per contrastare gli effetti della pandemia sulla cultura".

A questo si lega l’uso, specie in ambito accademico, delle tecnologie digitali

"Per un corso di laurea come il nostro, dove lo spazio laboratoriale, quello della crescita degli studenti in stretta relazione con i docenti è centrale, vista l’offerta formativa che proponiamo, il ritorno in aula in presenza è vitale. Ma non vogliamo disperdere le esperienze fatte con la didattica a distanza. L’intenzione è andare a un sistema misto".

Un sistema misto che potrebbe valere anche per gli spettacoli dal vivo.

"Si, questo permetterebbe ai concerti, ad esempio, di avere una vita lunga, che non si esaurisce nella serata dello spettacolo. E poi ci sono gli aspetti legati alla documentazione e alla catalogazioni, per i quali le tecnologie digitali sono essenziali".

Quale è il contributo del Dams alla ripartenza del settore della cultura in Italia?

"Oltre alla stretta collaborazione con le istituzioni locali e nazionali su tante iniziative per le quali mettiamo a disposizione le nostre conoscenze, siamo sempre più attivi nella creazione di master che rispondano alla necessità di far entrare subito gli studenti all’interno del mondo del lavoro, offrendo tutti gli strumenti utili per essere parte attiva della ripartenza culturale. Master con una vera ricaduta professionale, come quello in Produzione e Promozione della Musica, quello per l’Organizzazione dello spettacolo dal vivo, o quello, che partirà tra poco, di Comunicazione dello sport. Tutti pensati in collaborazione con le aziende, per unire stage e didattica tradizionale".