Giovedì 25 Aprile 2024

A qualcuno piace cloud. Il primato degli artigiani

La quota di piccole imprese che usa queste tipologie di servizio è del 45% in Italia

La quota di piccole imprese che usa queste tipologie di servizio è del 45% in Italia

L’ACCELERAZIONE DEI PROCESSI di digitalizzazione impressa dalla pandemia ha coinvolto anche le piccole imprese, orientandole a un utilizzo massiccio di servizi cloud. A "certificare" questa tendenza è l’Ufficio studi di Confartigianato che, nel Rapporto annuale presentato il 22 novembre all’Assemblea della Confederazione, evidenzia i record messi a segno dai piccoli imprenditori sul fronte del digitale. L’Italia è infatti in testa, tra i Paesi europei, per la crescita della quota di Mpi che sfruttano i servizi cloud: siamo passati dal 20% del 2018 al 59% nel 2021. Battiamo ampiamente la media Ue, che si ferma al 38%, e Paesi concorrenti come la Germania, che si attesta al 27%, e la Francia (26%). Il primato italiano è anche di tipo qualitativo.

Secondo il report di Confartigianato, infatti, i nostri piccoli imprenditori superano i colleghi europei per il maggiore utilizzo di servizi cloud di tipo molto sofisticato. Parliamo di applicazioni del software di sicurezza, hosting di database dell’impresa e piattaforme informatiche per lo sviluppo, il test e la distribuzione di applicazioni. La quota di piccole imprese che usa queste tipologie di servizio è del 45% in Italia, rispetto al 27% della media Ue, e ampiamente superiore rispetto al 24% della Germania, al 23% della Spagna e al 19% della Francia. A livello territoriale, gli imprenditori più attivi nell’uso dei servizi di cloud computing si trovano in Umbria. Seguono quelli della Provincia Autonoma Bolzano, della Puglia, del Piemonte, della Lombardia e della Sicilia. E mentre le piccole imprese puntano all’innovazione digitale per aumentare la propria competitività, su questo fronte la Pubblica Amministrazione mostra ancora notevoli ritardi. Rimane bassa l’interazione on line tra cittadini e Pa: nel 2022 soltanto il 40,4% degli italiani ha utilizzato Internet per ‘dialogare’ con gli uffici pubblici tramite portali online (e-Government Users), a fronte del 64,8% della media Ue. Siamo al terzultimo posto in Europa, davanti solo a Romania e Bulgaria. In particolare, Confartigianato rileva che soltanto il 28% delle Amministrazioni locali prevede la possibilità di completare on line le pratiche amministrative.

Si peggiora per quanto riguarda gli adempimenti per il settore dell’edilizia: solo il 15% dei Comuni consente l’avvio e la conclusione per via telematica dell’intero iter relativo ai permessi di costruire. Senza dimenticare che le complicazioni, le attese in fila agli sportelli, lo stillicidio di scadenze ‘rubano’ 238 ore l’anno agli imprenditori italiani soltanto per occuparsi degli adempimenti fiscali. Tutto questo non contribuisce a facilitare la vita delle aziende. Confartigianato si batte da tempo proprio per eliminare inutile burocrazia cartacea e semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica amministrazione all’insegna della digitalizzazione. Il ‘fascicolo dell’impresa’, ad esempio, è uno strumento per snellire gli adempimenti, che va potenziato ed esteso nella sua applicazione.

Serve insomma una sterzata decisa per restituire efficienza e rapidità ai servizi pubblici e cambiare la percezione che ne hanno i cittadini. Sulla base dei dati 2022 della Commissione europea, Confartigianato riferisce che, in Italia, soltanto il 31% degli italiani ha fiducia nella Pubblica amministrazione, con un divario di 19 punti percentuali rispetto alla media Ue (50%), che colloca il nostro Paese al penultimo posto tra i 27 paesi dell’Ue, davanti soltanto alla Grecia (26%).