Giovedì 18 Aprile 2024

Imprese, balzo dei ritardi dei pagamenti: pesa il Covid

La pandemia ha peggiorato la situazione. Il Nord Est resta l'area più affidabile

Ritardi nei pagamenti delle imprese, lo studio Cribis

Ritardi nei pagamenti delle imprese, lo studio Cribis

Milano, 9 febbraio 2021 - Effetto Covid sui ritardi nei pagamenti. Se l’assenza di puntualità nel saldare le fatture non è nuova, la pandemia - con la stretta sulla liquidità delle imprese - non poteva che peggiorare le cose. L’emergenza prima sanitaria e poi economica infatti ha fatto impennare l’anno scorso i ritardi gravi (oltre i 30 giorni) nel pagamento dei fornitori soprattutto tra le aziende della Valle d’Aosta (+41,5%), il Friuli-Venezia Giulia (+40,3%), il Veneto (+35,8%9, il Piemonte (+30,9%) e la Lombardia (+30,3%). Così, secondo lo Studio Pagamenti, aggiornato allo scorso 31 dicembre, realizzato da Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information, nel 2020 il numero di aziende italiane che hanno pagato i propri fornitori con oltre 30 giorni di ritardo ha raggiunto il 12,8%, un dato superiore del 21,9% rispetto al 2019 e più che raddoppiato rispetto a dieci anni fa (5,5% nel 2010).

Tuttavia, le imprese che, nel nostro Paese saldano i conti alla scadenza sono aumentate del 2,9%, passando dal 34,7% del 2019 al 35,7% dello scorso anno. Nonostante il peggioramento della situazione, Lombardia e Veneto sono la terza e la quarta regione italiana con meno ritardi gravi in assoluto (rispettivamente 8,6% e 9,1%), alle spalle del Trentino-Alto Adige (6,6%) e dell’Emilia-Romagna (8%) mentre la Toscana e l’Umbria mostrano percentuali più alte, rispettivamente il 13,4 e il 13,8%.

Ancora una volta il Nord Est è l’area geografica più affidabile, con il 43,6% di pagamenti regolari, mentre la situazione è più problematica al Sud e nelle Isole, dove è puntuale solo il 23% delle imprese. "I dati evidenziano come rispetto all’anno precedente – commenta Marco Preti, amministratore delegato di Cribis - in 5 regioni del Nord Italia i ritardi gravi si sono incrementati dal 30 al 40%. L’impatto negativo dell’emergenza sanitaria si ripercuote soprattutto sulle imprese di piccole dimensioni. In particolare, soffrono le microimprese che, pur essendo le più virtuose con il 37,3% di pagamenti alla scadenza, hanno anche la quota più elevata di ritardi gravi (13,8%), insieme alle piccole (8,7%). Lo sviluppo della pandemia fino alla seconda ondata ha ulteriormente colpito i settori già in sofferenza per il lockdown, quali bar e ristoranti, il trasporto aereo, i servizi ricreativi e il settore cinematografico, tutti agli ultimi posti nel ranking della puntualità nei pagamenti".

Lombardia e Emilia-Romagna sono le regioni con la maggiore presenza di imprese che rispettano i termini di pagamento, rispettivamente con il 45,3% e il 44,8%, seguite da Veneto (43,4%), Marche (42,4%) e Trentino-Alto Adige (42,1%). La Toscana mostra una percentuale del 34,2% e l’Umbria del 32,4%. La Sicilia, invece, oltre ad occupare l’ultima posizione in questo ranking (19,5%), detiene il primato negativo per quanto riguarda i pagamenti oltre i 30 giorni (22,8%), seguita da Calabria (22,6%) e Campania (20,9%).

Nel 2020 Sondrio invece ha scalzato Brescia dal vertice della classifica delle province più puntuali, graduatoria che vede Bergamo, Lecco e Trento nelle prime posizioni seguite da Cremona, Forlì-Cesena, Mantova, Reggio Emilia e Pesaro Urbino. L’ultimo posto è appannaggio di Trapani, preceduta da Reggio Calabria, Palermo, Crotone e Vibo Valentia. Il 2020 della pandemia, sempre a livello di province, ha invece registrato le ripercussioni più pesanti in termini di pagamenti più lunghi a Lodi (+64,3%), Belluno (+54,2%), Asti (+53,8%) e Pordenone (+50%).

Infine, lo studio ha messo in evidenza anche il diverso comportamento nei pagamenti dei singoli settori produttori di beni e servizi. In particolare, dall’analisi di Cribis emerge che il comparto merceologico più puntuale è quello dei servizi finanziari (47,9%), seguito dalle costruzioni (42%), dall’industria manifatturiera (39,8%), dai servizi (38,4%) e dall’agricoltura (38,2%). Il commercio al dettaglio, dove i pagamenti alla scadenza interessano solo il 25,1% delle imprese, invece è quello con la situazione più critica, con un’incidenza di ritardi gravi pari al 20%. Rispetto al 2019, la variazione percentuale più elevata nei pagamenti oltre i 30 giorni si registra nei settori della manifattura (32,4%), del commercio al dettaglio (19,8%), dei servizi (17,2%) e del commercio all’ingrosso (16,3%).

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