Martedì 23 Aprile 2024

Ilva, Calenda: "Senza ritiro del ricorso al Tar, il 9 gennaio si chiude"

Botta e risposta al termine del tavolo di trattativa. Calenda avverte:" Il tavolo è chiuso, non butto 2,2 miliardi per il gioco dei ricorsi. Emiliano replica: "Crisi isterica, si continua anche senza di lui". Sindacati critici: "si ritiri il ricorso". Renzi:" chiusura sarebbe tragico errore"

Emiliano e Calenda (Ansa)

Emiliano e Calenda (Ansa)

20 dicembre 2017 - Per Carlo Calenda, l'Ilva di Taranto potrebbe chiudere il 9 gennaio 2018 se la Regione Puglia e il Comune di Taranto non ritirassero i ricorsi presentati al Tar contro il decreto del presidente del Consiglio dei ministri sul piano ambientale e se dovesse essere accolta la sospensiva richiesta al momento del deposito di detti ricorsi, che ha fatto slittare di diversi anni alcuni interventi di bonifica.

IL BOTTA E RISPOSTA - Durante il tavolo istituzionale convocato per cercare di trovare una soluzione al problema, il ministro dello sviluppo economico avrebbe tuonato: "Noi abbiamo dato risposte a tutto" e "il Governo non è disponibile a buttare 2,2 miliardi per i ricorsi al Tar". Secondo il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al tavolo c’era “un clima positivo da parte di tutti” poi "c'è stato uno scambio di messaggia” fra Calenda e il ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti “al termine del quale Calenda ha avuto una crisi nervosa. Ha fatto un intervento durissimo e se ne è andato”. La ricostruzione è stata definta “farneticante”  da De Vincenti che ha commentato: “Emiliano non sa quel che dice e, forse, neanche quel che fa”. Alla fine Emiliano avrebbe poi affermato che Calenda sta mantenendo in piedi una "pantomima da immaturo" precisando che, data la natura pro-tempore del ministero di Calenda "se c'è la voglia di trovare una soluzione, riusciamo a trovarla anche senza di lui".

Meno categorico il sindaco di Taranto Rinaldo Meucci secondo il quale il tavolo di oggi è stato "buono e costruttivo nonostante il finale particolarmente teso", e che annuncia la disponibilità al ritiro dell'istanza cautelare, cosa che secondo lui "toglie dal campo l'ostacolo più grave". Sia Meucci che Emiliano si sono dimostrati scettici riguardo gli ultimatum lanciati da Calenda con il sindaco del capoluogo che ha annunciato: "Non penso che il tavolo salti, Calenda, nonostante gli sbalzi di umore che non capisco, è una persona responsabile e il governo è nella sua fase di chiusura. Non può prendersi la responsabilità di non discutere con il territorio su una vicenda cosi grande".

I SINDACATI - Critica anche Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil che al termine dei lavori si è espressa sul piano di risanamento dicendo che "sono stati presi degli impegni importanti" e "noi crediamo che il ricorso vada ritirato, perchè non si puo' fare una trattativa con un ricorso in piedi". Sui prossimi passi Re David si augura che prevalga il senso di responsabilità sostenendo che "Non si puo' non vedere che sono stati ottenuti dei miglioramenti importanti e che il modo per andare avanti e' esattamente quello di discutere creando le condizioni per farlo". Dello stesso avviso anche altre personalità sindacali presenti come Maurizio Landini che ha avvertito a Emiliano e Meucci di "non giocare con chi rischia di perdere il posto di lavoro".

Arriva anche il commento, affidato a Twitter, di Matteo Renzi: "La chiusura dell'Ilva sarebben un tragico errore per i lavoratori di Taranto ma anche per tutto l'indotto del Mezzogiorno. Sono pronto a fare tutto cio' che è utile perchè il tavolo del ministro Calenda, del governatore e del sindaco produca risultato positivo". Reazioni anche dal resto del mondo politico.

 

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