Venerdì 13 Giugno 2025
ANTONIO TROISE
Economia

Il vino italiano fa rotta sull’Oriente: "Sushi e amarone, connubio perfetto"

Il presidente Matteo Zoppas spiega il piano dell’Ice per conquistare nuovi mercati nonostante i dazi Usa

Matteo Zoppas, 51 anni, è presidente di Agenzia Ice da febbraio 2023

Matteo Zoppas, 51 anni, è presidente di Agenzia Ice da febbraio 2023

Sushi e prosecco. O amarone. Schemi diversi. Il vino italiano va alla conquista del ricco mercato asiatico. L’operazione è partita in grande stile qualche settimana fa, con un doppio appuntamento in Giappone, che ha utilizzato le grandi potenzialità dell’Expo. Regista dell’operazione il presidente dell’Agenzia Ice, Matteo Zoppas, in stretta connessione con la Farnesina e il ministero dell’Agricoltura, vertici delle rappresentanze, il Vinitaly e una nutrita schiera di imprenditori che rappresentano le eccellenze italiane del settore. "Attualmente su 8 miliardi di export del vino italiano, la quota coperta dal mercato asiatico è di 434 milioni. Di questi, una buona fetta, 190 milioni, è giapponese. E si tratta di un mercato in crescita. Nel 2024 l’aumento è stato del 6%".

Insomma, potrebbe essere una buona alternativa dove investire nel caso in cui si confermassero i dazi di Trump anche sul vino? "Vedremo che cosa succederà. Per ora siamo solo agli annunci. A Osaka abbiamo utilizzato l’occasione dell’Expo per organizzare prima una masterclass con le maggiori eccellenze del vino made in Italy e i più grandi importatori e un business forum con rappresentanti dei produttori, le associazioni di categoria e gli stessi operatori, con la partecipazione del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e dei vertici delle associazioni di categoria. Abbiamo messo a confronto le esigenze della domanda e le opportunità dell’offerta stimolando ragionamenti, opportunità e trend, posizionamento del vino italiano in Asia".

E i risultati? "Abbiamo raggiunto due importanti riconoscimenti: l’abbinabilità del vino italiano al cibo orientale, dal sushi ai piatti tailandesi, e il posizionamento percepito dei nostri prodotti, che rispetto agli altri competitor europei hanno avuto una escalation importante. Dopo Francia e Australia, siamo il terzo esportatore di vino in Asia orientale, con una quota di mercato dell’8,2%. Dopo la flessione del mercato cinese (-10,2% rispetto al 2023), il Giappone si posiziona come il mercato asiatico più rilevante per il vino italiano. Dobbiamo potenziare ancora di più le campagne di promozione e stringere nuovi accordi commerciali. Che affrontino anche il tema della riduzione delle cosiddette barriere non tariffarie".

Come stanno impattando i dazi annunciati da Trump sul made in Italy? "Per ora la situazione all’apparenza regge. Certo, ci sono settori come l’automotive obiettivamente in crisi. Altri, come la moda, dove gli effetti si avvertono a macchia di leopardo. Si teme un rallentamento forte nei prossimi mesi. Ma noi abbiamo un obiettivo ambizioso: portare la nostra quota di export da 623,5 miliardi a 700 miliardi entro i prossimi due anni e mezzo, come indicato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Mentre, per restare nel settore dell’agroalimentare, contiamo di portare il nostro export da 70 a 100 miliardi. Quest’ultimo obiettivo indicato dal ministro Lollobrigida. Dare obiettivi significa allineare tutto il sistema paese verso il target. Vedremo che cosa succederà in concreto con i dazi. Ma noi stiamo già portando avanti un piano della Farnesina che prevede missioni in 14 nazioni importanti".