Venerdì 19 Aprile 2024

Il viceministro Leo: "Meno tasse sul lavoro, ci mettiamo 8 miliardi. Troveremo le risorse"

Il regista della riforma fiscale: tagliamo il cuneo per aiutare i dipendenti. "Aggiunti 3,5 miliardi a quelli già stanziati nella Legge di bilancio. L’aliquota unica Irpef rimane il nostro obiettivo in questa legislatura"

Il viceministro Leo promette meno tasse sul lavoro

Il viceministro Leo promette meno tasse sul lavoro

Il nuovo taglio del cuneo è la mossa più immediata sul fronte fiscale: sarà nel pacchetto lavoro del Primo Maggio?

"Come ha annunciato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Primo Maggio sarà varato il decreto per attivare la nuova tranche del taglio al cuneo fiscale – spiega il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il regista della riforma fiscale targata Meloni –. A disposizione ci sono quasi 3,5 miliardi di euro, aggiuntivi rispetto ai 4,6 stanziati con la legge di bilancio. È un intervento che testimonia l’attenzione di questo governo verso il mondo del lavoro dipendente e che, nello specifico, rappresenta una risposta concreta e immediata al caro-vita, visto che l’inflazione resta a livelli sostenuti, specie per i beni del carrello della spesa".

In prospettiva l’obiettivo strutturale è il sostegno della natalità e delle famiglie numerose: quali proposte fiscali sono allo studio?

"Il sostegno alle nascite è una delle priorità del governo. Non a caso, la delega fiscale pone lo stimolo alla crescita della natalità tra i suoi primi obiettivi. La leva fiscale può diventare uno degli elementi, ancorché non l’unico, in grado di invertire la rotta dell’emergenza demografica. I dati riferiti qualche giorno fa dall’Istat sono impressionanti: lo scorso anno, la natalità è sprofondata al suo minimo storico, con meno di 7 nuovi nati e con più di 12 decessi ogni mille abitanti. Questi numeri ci dicono che non è possibile restare immobili. Faremo tutte le valutazioni tecniche necessarie per individuare la modalità migliore, ma la linea da seguire è assolutamente chiara".

Sì, ma si tratta di misure molto costose. Dove troverete le risorse?

"Bisogna definire un modello di intervento e calcolare i costi: ed è esattamente quel che stiamo facendo al ministero dell’Economia. Poi ragioneremo sulle risorse. Con il Def si è fatto un primo passo e nei prossimi mesi, all’inizio dell’autunno, con la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, vedremo se riusciremo a individuare adeguate risorse da mettere al servizio degli interventi della delega fiscale, tra cui anche quelli per la natalità".

La prudenza sui conti, dunque, resta ferma?

"Di certo, il governo continuerà ad avere la massima attenzione alle compatibilità finanziarie, con un approccio pragmatico alle politiche di bilancio, nel solco di quella prudenza molto apprezzata solo pochi giorni fa dall’agenzia di rating Standard & Poor’s".

La delega punta alla riduzione dell’Irpef attraverso interventi su aliquote e detrazioni: quali potranno essere le linee del primo intervento?

"Quello della riforma fiscale sarà un progetto di legislatura. Per l’Irpef, questo progetto dovrà portare in prospettiva all’aliquota unica per tutti. L’obiettivo, in aggiunta a quello principale della riduzione del prelievo, resta la semplificazione dell’imposta personale, anche attraverso una razionalizzazione del complicatissimo mondo delle tax expenditures, le quali hanno un costo enorme – quasi 130 miliardi di euro nel 2022 – e benefici spesso polverizzati che non giustificano una spesa tanto rilevante. La prima fase del riordino sarà il passaggio da 4 a 3 aliquote, da abbinare a un primo riordino delle spese fiscali, preservando le voci più significative come la casa, la famiglia, la salute e altre ancora".

La flat tax rimane, dunque, l’obiettivo.

"Sull’Irpef il percorso scommette sull’equità orizzontale tra le diverse categorie di contribuenti: per questo, in prospettiva, è rilevante l’approdo alla flat tax. Ma prima di arrivarci, appunto, ridurremo a tre le quattro aliquote attuali".

Più assumi e meno paghi: come verrà declinato questo principio a favore di imprese e lavoro?

"In primo luogo, si deve considerare che nel 2024 entrerà in vigore la Global minimum tax, di cui al cosiddetto Pillar 2 dell’Ocse. La riforma della tassazione sulle imprese sarà realizzata in stretta connessione con ciò che sta accadendo a livello mondiale. Avremo una nuova Ires, con base imponibile più ampia e modulata su due aliquote: chi assume e investe, pagherà meno. Il reddito sarà tassato con un’aliquota base – più bassa dell’attuale 24% – e con un’aliquota agevolata per la parte del reddito stesso che viene utilizzata per nuove assunzioni e per investimenti in beni strumentali innovativi, a condizione che gli utili non siano distribuiti".

Con quale funzione?

"Credo che l’introduzione di un meccanismo come questo possa favorire la crescita delle imprese, dare impulso all’occupazione e attirare nuovi investimenti dall’estero grazie a una maggiore certezza del diritto, un fisco semplice e una maggiore competitività fiscale".

Come può e deve cambiare il rapporto tra fisco e contribuenti?

"Il rapporto tra amministrazione e cittadini si migliora con la semplificazione, con la chiarezza dei testi normativi, con la certezza del diritto. Si migliora favorendo le forme di dialogo e collaborazione, specie in un’ottica di tipo premiale. Per questi motivi introdurremo, per i soggetti meno strutturati, una sorta di “adesione 4.0“, ovvero un accordo che sarà proposto dall’amministrazione per definire in anticipo le imposte da pagare, in cambio di semplificazioni e certezze".

E per le imprese più grandi?

"Per i contribuenti più grandi punteremo invece a un allargamento dell’adempimento collaborativo, la cooperative compliance: l’attivazione di un adeguato sistema di controllo e monitoraggio del rischio fiscale, consentirà di ottenere uno speciale visto di conformità, apposto da un professionista con adeguate competenze e conoscenze, e di accedere a un sistema di premialità e di certezze".

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