«Il timore più forte delle imprese? Fa paura l’incertezza»

«Una politica industriale contro la crisi di credibiiltà»

Licia Mattioli è vice presidente nazionale di Confindustria. Per viale dell’Astronomia si occupa di internazionalizzazione e attrazione degli investitori esteri per le imprese italiane. Tenere separati i due ruoli – quello di imprenditrice e quella di rappresentante di categoria – più che difficile non è detto sia utile. Tanto più che le sfide e i problemi dell’Azienda Italia sono gli stessi che qualunque imprenditore si trova ad affrontare quotidianamente all’interno della propria impresa. Cosa teme Licia Mattioli? «Temo l’incertezza – risponde –. Per la vita delle imprese l’incertezza è lo scenario peggiore. Abbiamo di fronte la Brexit, ci sono il rallentamento della Germania e la guerra commerciale tra Usa e Cina che coinvolge anche l’Europa. All’estero ci sono paesi importanti che stanno subendo crisi molto forti e vivendo periodi di grave instabilità. In Italia viviamo di export e questo contesto e molto pericoloso. Abbiamo bisogno di sapere cosa intendiamo fare nei prossimi anni e invece...». E’ una domanda che fa agli imprenditori, a se stessa o alla politica? «La faccio a chi deve stabilire gli indirizzi di politica industriale. Però c’è una cosa...». Quale? «Tutti dovremmo farci una domanda: come fa un’investitore a credere in un paese che può cambiare le carte in tavola?» Il riferimento, affatto vago, è aIl’ex Ilva, ma consente di fare il conto delle potenziali occasioni perdute. Il Piemonte, d’altra parte, è terra dal cuore industriale ma anche scenario di trasformazioni. «Esiste un modo piemontese di fare impresa? Sì, credo di sì – chiude l’imprenditrice –. Credo esista un modo particolare, sabaudo, di affrontare le situazioni, che è quello di riconoscere le istituzioni. Sarà perché abbiamo avuto Cavour e Einaudi. Certo, oggi di Einaudi purtroppo non se ne vedono».

p. g.

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