Due settimane prima dell’assemblea degli azionisti, quattro giorni prima di Pasqua, i vertici del ministero dell’Economia e Finanze, guidato da Giancarlo Giorgetti – con Marcello Sala, capo delle partecipate, in cabina di regia – decidono che vogliono aprire l’uovo del Monte prima della festa. Ingolositi dalle sorprese che l’ad Luigi Lovaglio ha infilato in quel forziere che è ritornato ad essere Rocca Salimbeni. Rispetto al primo collocamento del 20 novembre, con il 25% del capitale e 315 milioni di azioni cedute a 2,92 euro l’una, per un incasso di 920 milioni di euro, stavolta il Mef parte con una procedura accelerata di raccolta ordini per la cessione di 157.461.214 azioni ordinarie di Banca Monte dei Paschi di Siena corrispondenti a circa il 12,5% del capitale sociale.
L’annuncio arriva alle 18, a Borsa chiusa. Dopo una giornata che aveva visto il titolo Mps segnare un rialzo dell’1,12%, a 4,256 euro. Dopo un’ora il pacchetto di azioni Mps messo in vendita dal Tesoro era già coperto dagli ordini. La domanda di titoli ha già superato l’offerta di 157 milioni, con un range di prezzo tra 4,15 euro e l’ultimo valore di Borsa, 4,256.
E’ lo stesso copione di novembre, i tecnici del ministero e le banche del collocamento (BofA Securities, Citigroup Global Markets Europe, Jeffries e Mediobanca) si prendono un po’ di tempo per decidere se aumentare il pacchetto delle azioni da cedere e rivedere anche il prezzo di collocamento. Fermandosi al 12,5%, l’incasso per il Tesoro sarà di 650 milioni di euro, con una plusvalenza rispetto ai 2 euro per azione dell’aumento di capitale di oltre 300 milioni. In pratica, con la vendita di novembre e di ieri, il Mef ha già ripreso il miliardo e 600 milioni di euro investiti per l’aumento di capitale di fine 2022. E in più ha in cassaforte un altro 26,8% del capitale del Monte dei Paschi, che oggi varrebbe un altro miliardo e mezzo di euro.
L’unico sacrificio di questa operazione è la rinuncia obbligata al dividendo sulle azioni vendute: se avesse aspettato lo stacco della cedola di maggio, il Tesoro avrebbe preso per quei 157 milioni di azioni, 39 milioni di euro di dividendi. Un sacrificio compensato ampiamente dal prezzo di vendita.