Venerdì 19 Aprile 2024

Il Tap apre i rubinetti con il gas dell’Azerbaijan

L’infrastruttura è entrata in funzione in Puglia. L’azienda: "Energia sicura per l’Italia e l’Europa"

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Dal 31 dicembre è in funzione il Tap, l’infrastruttura che immette il gas proveniente dall’Azerbaijan nella rete di distribuzione italina. Infatti è stato immesso nelle condutture, nei due punti di consegna a Nea Mesimvria (Grecia) e Melendugno (Lecce), il primo flusso di gas naturale proveniente dall’Azerbaijan lungo il Trans Adriatic Pipeline (Tap), che raggiunge anche la Bulgaria nel suo percorso verso l’Europa. Le operazioni commerciali erano cominciate lo scorso 15 novembre. Le due località in Grecia e Italia, spiega la nota, sono "punto di interconnessione con la rete Desfa a Nea Mesimvria" e "punto di interconnessione tra TAP e Snam Rete Gas (Srg) a Melendugno". "Questa è una giornata storica - commenta Luca Schieppati, managing director Tap - per il nostro progetto, per i Paesi che ci ospitano e per l’intero settore energetico europeo. Tap è ora parte integrante della rete di distribuzione del gas del continente e contribuisce significativamente alla transizione energetica in atto. Offriamo un servizio di trasporto diretto, e a costi competitivi lungo la rotta del Corridoio Meridionale del Gas, che attraverso i Paesi del sud est europeo raggiunge tutto il continente".

"L’inizio delle forniture fisiche di gas - sottolinea Marija Savova, direttore commerciale Tap - costituisce una pietra miliare per il mercato energetico europeo. Siamo pronti per offrire un servizio di fornitura affidabile nei prossimianni, e allo stesso tempo guardiamo già avanti al lancio della seconda fase nel market test in estate, che consentirà la futura espansione di Tap, raddoppiando la capacità di trasporto del gasdotto fino a 20 miliardi di metri cubi annui".

La storia del gasdotto Tap è costellata di polemiche, anche politiche, e dalla ferma opposizione di un tenace comitato di cittadini che da sempre si è opposto all’infrastruttura. Lo stesso sindaco di Melendugno, Marco Potì, si è opposto fin dall’inizio del suo mandato alla costruzione del terminale a San Foca, ricorrendo, peraltro, anche ad iniziative giudiziarie, concluse con una sconfitta.

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