Mercoledì 24 Aprile 2024

Caro bollette, Gardini: "Tar e burocrazia: il nostro parco eolico bloccato da 5 anni"

Il presidente di Confcooperative e di Conserve Italia: "Il nostro impianto in Basilicata è fermo, colpa della politica dei no. Al nuovo governo chiediamo di incentivare chi fa investimenti"

Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia

Maurizio Gardini, presidente di Conserve Italia

Bologna, 6 settembre 2022 - C'è un faldone che cresce da 5 anni, ingigantito dalla bulimia della burocrazia, sul tavolo dell’ufficio di Maurizio Gardini. Il presidente di Conserve Italia (gruppo cooperativo leader nella trasformazione alimentare da quasi un miliardo di euro di fatturato, tremila lavoratori e detentore di marchi come Cirio, Valfrutta, Yoga) e numero uno nazionale di Confcooperative, da tempo aveva capito che le rinnovabili avrebbero potuto ‘salvare’ le imprese dalla dittatura del gas e, ora, dal caro bollette. Ma, impantanato dalle strettoie amministrative, tutto si è bloccato.

Ma cos’è successo, presidente Gardini?

"Volevamo costruire, in Basilicata, un impianto per la produzione di energia eolica da 30megawatt, con dieci torri. C’è stato un cambio di giunta, da centrosinistra a centrodestra, che aveva fatto una campagna elettorale tutta basata sul No. È nata una battaglia giudiziaria: Tar, Consiglio di Stato, e siamo ancora in ballo. Abbiamo perso tempo: da 4-5 anni lottiamo per il rilascio delle concessioni, i tempi di realizzazione sarebbero inferiori a un anno. In un’altra regione avremmo già fatto tutto. Ma qui quando potremo partire?".

E intanto pagate sempre di più.

"Sì: servono norme più omogenee per le autorizzazioni sul territorio. Altrimenti è inutile parlare per ore di rinnovabili...".

Qual è l’impatto della crisi energetica su Conserve Italia?

"Ci sono due effetti, uno diretto e uno indiretto. Quello diretto riguarda la bolletta: abbiamo costi aggiuntivi per 50 milioni di euro, rispetto ai 20 preventivati. Poi c’è un effetto indiretto: i costi dei fornitori sono cresciuti moltissimo. Il settore delle scatole d’acciaio e della banda stagnata segna un +50%; l’industria del vetro un +30%; la carta... non ne parliamo. E i fornitori agricoli? Hanno speso molto di più per i concimi e per l’irrigazione. Le pompe funzionano con elettricità o gasolio. Altre decine di milioni di euro aggiuntivi".

Eppure avete investito molto sull’efficientamento energetico.

"Sì, oltre a puntare su energie rinnovabili come il biogas, l’eolico, l’idroelettrico, il fotovoltaico e sulla cogenerazione, ma tutte queste iniziative non sono sufficienti quando ci troviamo a fare i conti con un costo del gas pressoché decuplicato rispetto a un anno fa. L’aumento spropositato dell’energia, frutto principalmente di speculazioni, rischia di minare profondamente la competitività delle imprese di trasformazione alimentare, anche se dotate di ‘spalle solide’ come nel nostro caso. L’agroalimentare ha retto durante la pandemia, è stato trainante. Non possiamo fermarci".

Cosa chiedete a questo governo?

"Benissimo un tetto sul prezzo del gas, ma servono bonus attraverso interventi sul credito d’imposta, così da sgravare il più possibile le imprese che fanno investimenti e non bloccarne lo sviluppo. Oppure occorrono azioni sull’Iva o sulle accise: rischiamo di non farcela più".

E al governo che si insedierà dopo le elezioni cosa chiedete?

"Discontinuità sulla politica energetica. La difficoltà principale è quella di garantire il giusto equilibrio economico tra competitività dell’impresa, remunerazione della nostra base sociale composta da migliaia di agricoltori, assorbimento dei costi di produzione e assicurazione di un margine che ci consenta di continuare a investire per crescere. Se viene meno questo equilibrio economico, le aziende sono costrette a rallentare se non a fermare le produzioni, come purtroppo già qualcuno ha fatto".

E il legislatore?

"Oggi non premia quelle aziende che producono energia da fonti rinnovabili e poi hanno necessità di immetterla sul mercato in quanto non riescono ad autoconsumarla tutta. È il caso dei nostri stabilimenti produttivi che, fuori dal periodo delle campagne di lavorazione, non funzionano a pieno regime e quindi presentano consumi energetici inferiori rispetto ai mesi estivi".

Quale sarà, in sintesi, l’impatto sui consumatori?

"Uno è di carattere economico, e riguarda la vendita dei prodotti. L’altro è sociale: con l’aumento dei costi e delle bollette molte famiglie dovranno decidere se pagare le bollette o il cibo. Siamo preoccupati di dover lanciare aumenti mai vissuti e mai proposti".